Addio a de Pretis, una vita per lo Stato e il sociale

Aveva 91 anni, ha guidato il Commissariato del Governo di Trento e di Bolzano. E’ stato presidente del Villaggio Sos. Funerale in Duomo e nella «sua» Cagnò



TRENTO. È scomparso all’età di 91 anni l’ex prefetto Giustiniano de Pretis, già commissario del governo a Palazzo Ducale a Bolzano fra il 1972 e il 1979 e successivamente anche a Trento. Trentino di origine, aveva studiato e si era laureato a Bologna in giurisprudenza entrando subito dopo la fine della guerra nella pubblica amministrazione in Alto Adige: commissario straordinario anche a Bressanone e poi viceprefetto a Trento era tornato a Bolzano alla guida del Commissariato del governo nel 1972, carica che ricoprì fino al 1979 quando al suo posto venne nominato il suo capo di gabinetto Mario Urzì.

Fino al suo pensionamento nel 1985 svolse poi le analoghe funzioni di commissario del governo a Trento. In seguito si dedicò a diverse attività in campo sociale ed imprenditoriale: fu alla guida per anni del Villaggio Sos di Trento dove più tardi assunse anche la presidenza dell’Associazione nazionale alpini del Trentino. Ma fu anche fra i fondatori e primo presidente della Fondazione Pezcoller, dove oggi lavora la figlia Luciana. Per lungo tempo è stato anche vicepresidente e poi presidente onorario della Banca Bovio Calderari. Non dimenticò mai la “sua” Val di Non all’economia agricola della quale dedicò pure un libro. Era il padre del gastroenterologo Giovanni de Pretis, per anni operativo all’ospedale San Maurizio di Bolzano e oggi primario all’ospedale Santa Chiara di Trento. I funerali verranno celebrati domani alle ore 14 in Duomo a Trento e alle ore 16.30 nella chiesa di Cagnò. Oltre ai due figli, Giustiniano De Pretis lascia la moglie Gemma, con la quale viveva a Trento.

Un ricordo di de Pretis lo dipinge la nipote Daria, noto avvocato trentino: «Mio zio aveva un’intelligenza brillante (era stato premiato quale miglior studente alla maturità) e un forte senso dell’ironia - dice la nipote - era molto legato alla sua terra e alla famiglia, ha avuto un lungo e felice matrimonio».

Un Commissario del Governo nella terra dell’autonomia: «Era un uomo molto leale nei confronti dell’istituzione che rappresentava, nel suo caso lo Stato - spiega ancora Daria de Pretis - a questo impegno sapeva sempre aggiungere un guizzo di intelligenza particolare».

Uomo dello Stato, ma anche uomo che non tradiva le sue origini nonese: «Aveva anche lui della campagna, che seguiva personalmente. Viveva a Trento, ma ogni estate la trascorreva nella sua Cagnò, in val di Non», conclude la nipote.

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