consumi

Acqua, per ogni trentino 210 litri al giorno

Più virtuosi della media italiana. Per un chilo di mele se ne consumano 970. Ci sono 800 acquedotti, dispersione del 30%



TRENTO. Siamo più virtuosi sia per il consumo d’acqua per uso domestico, sia per le perdite negli acquedotti. E se nel centro e sud Italia la siccità e la carenza di acqua restano la priorità, con la Regione Lazio che ha autorizzato in via straordinaria il Comune della capitale a proseguire i prelievi dal lago di Bracciano per scongiurare il razionamento idrico ai cittadini, in Trentino si può affermare che l’emergenza, al momento, sembra rientrata. Le precipitazioni degli ultimi giorni e l’abbassamento delle temperature hanno fatto tirare un sospiro di sollievo agli agricoltori ed anche chi si diletta con orti e giardini, potendo così dedicarsi alla propria passione senza sentirsi in colpa per lo spreco di acqua.

Ma il problema della scarsità delle riserve idriche resta, soprattutto a causa dell’inverno più asciutto di sempre, ed in questi giorni di grande siccità (ci sono regioni come l’Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio dove non piove da mesi) si riporta l’attenzione sulla mancanza di prevenzione di un bene come l’acqua, che diamo per scontato e per il quale non si sta facendo abbastanza (se non nulla) per tutelarlo. Il problema della dispersione degli acquedotti è nota ed è un refrain che sentiamo da anni, anzi decenni. E si ammette che poco si fa, anche perché intervenire sugli acquedotti pare che non sia un intervento che faccia molto presa a livello elettorale, visto che si tratta di lavori che non hanno un grande impatto. Non manca chi fa notare che l’agricoltura sottrae gran parte delle risorse idriche e che ad esempio, per un chilo di mele si consumino 970 litri. Ma in Trentino come siamo messi a livello di consumi d’acqua?

Abbiamo chiesto a Fabio Berlanda, responsabile dell’Agenzia per le risorse idriche e l’energia, di fare il punto sull’emergenza siccità e sui consumi in provincia. A proposito della siccità, Berlanda risponde che le ultime precipitazioni ci tranquillizzano, anche perché le coltivazioni sono in dirittura d’arrivo e non servono più quantitativi d’acqua così consistenti.

«Emergenze in realtà - precisa Berlanda - sul nostro territorio, non ce ne sono mai state, soprattutto per quel che riguarda la risorsa più importante di tutte (l’acqua potabile) e nemmeno per quel che riguarda il fabbisogno agricolo (questo anche perché alcune colture sono state purtroppo perse a causa delle gelate primaverili)». Aggiunge Berlanda: «Una crisi vera e propria si è invece verificata a livello di "bacino dell'Adige", poiché nella parte veneta, e soprattutto a fine aprile, non arrivava sufficiente acqua a garantire gli approvvigionamenti per l'agricoltura e, in qualche caso, verso la foce, anche le riserve idropotabili. E' stato da allora che la Regione Veneto ha ufficialmente chiesto "aiuto" al Trentino e all'Alto Adige perché dai "serbatoi" idroelettrici (in particolare i laghi di Resia e di Santa Giustina) venisse rilasciata, se possibile, più acqua. E così è avvenuto per qualche giorno a fine aprile. Si sono date nello stesso tempo indicazioni tecniche alle amministrazioni locali interessate come poter intervenire nel caso si ripetessero condizioni così sfavorevoli, cosa che per fortuna finora non si è ripetuta».

Venendo al confronto dei dati su consumi e buone pratiche, Berlanda riferisce che il consumo pro capite d’acqua in Trentino è di 210 litri, mentre in Italia di 245. Per l’agricoltura, il consumo unitario è di 0,5 litri al secondo per ogni ettaro ma non si hanno riferimenti per il dato nazionale. La percentuale di dispersione media degli acquedotti in Trentino è del 30%, più bassa della media italiana che è del 38%. «Ma - precisa Berlanda - si tratta di dati in base ad autorilevazioni dei gestori, non molto affidabili, mentre sono in corso rilevazioni che daranno risultati più precisi.

Per la manutenzione ordinaria si spendono circa 30 milioni di euro, senza considerare le manutenzioni straordinarie: teniamo presente che in Trentino ci sono 800 acquedotti. Come Agenzia per le risorse idriche stiamo svolgendo controlli supportati da esperti dell’Università». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano