Acciaieria Valsugana, il giudice ordina nuovi controlli
La magistratura farà verificare se i danni causati dalle emissioni sono stati riparati
BORGO. La vicenda Acciaierie di Borgo si arricchisce di una nuova puntata. Ieri il giudice ha deciso per un sopralluogo da parte dei ricercatori del Politecnico di Milano per verificare emissioni e terreno. I tecnici, se accetteranno l'incarico del tribunale, dovranno in pratica verificare se permangano o meno conseguenze dannose che possano essere eliminate. Insomma se tutto quello che le Acciaierie hanno fatto fino ad ora per eliminare le emissioni nocive e sistemare di conseguenza anche il terreno sia stato sufficiente per riparare ai danni. Ed è un passo non secondario. Per poter oblare i reati contravvezionali relativi alle emissioni, infatti, è requisito fondamentale che non permangano più le situazioni di danno che possono essere eliminate da chi le ha commesse. Dunque dovrebbe esserci almeno la disponibilità da parte delle Acciaierie di mettere sul piatto la cifra necessaria per l'eventuale bonifica. Ma per stabilire quale sia questo importo al giudice serve una valutazione terza. E da qui, quindi, la decisione di affidare quest'incarico. I ricercatori del Politecnico di Milano sono stati per un documento da loro redatto relativo alla questione ma prima bisognerà verificare la loro disponibilità effettiva a fare i sopralluoghi nell'impianto di Borgo. Ieri intanto i legali della fabbrica si sono detti disponibili a versare 254 mila euro ai residenti di Borgo che si sono costituiti parti civili. Non si tratterebbe di un risarcimento danni, ma di un atto di liberalità che prevederebbe, da parte dei residenti, la rinuncia all'azione. Sulla questione, però non è stato raggiunto nessun accordo ma le parte civili (che sono circa 550) sembrano poco propense: la cifra sarebbe indirizzata solo a chi risiede a Borgo mentre, secondo loro e l'avvocato che le rappresenta, Nicola Giuliano, i danni delle emissioni sono stati patiti anche nei comuni vicini o da chi a Borgo lavora. Ricordiamo che del procedimento Acciaieria a Trento sono giudicate le posizioni di Emilio Sprande (direttore dello stabilimento dal 2000 al 2009) e Dario Leali (amministratore dal 2006) perché sono anche accusati della rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro oltre che delle emissioni pericolose. Gli altri imputati, invece, saranno a processo a Brescia. Se le oblazioni riguardano le emissioni, per i reati di falso si prospetta l'ipotesi del patteggiamento. Ma di questo se ne parlerà più avanti.
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