A Villazzano assalto di ruspe e trivelle
In via Villa e via Torricelle stanno sorgendo due nuovi complessi residenziali. La collina est di Trento assediata: presidi No Tav, forze di polizia e camion
VILLAZZANO. Cemento, ruspe, camion, asfalto e poi trivelle e poliziotti. Benvenuti a Villazzano, sobborgo collinare che nei giorni scorsi - vista la presenza della trivella per i rilievi geognostici necessari per poter fare gli scavi del contestato bypass ferroviario (un miliardo e 270 milioni di euro) - è stato teatro di uno scontro tra forze dell’ordine e Movimento No Tav. Era il Primo Maggio, ma l’assedio di primavera si somma a quello già in corso da tempo in via Villa (una laterale di via Villa, che è la strada che attraversa il paese) e in via Torricelle. Parliamo dell’assedio edificatorio: sulla collina stanno sorgendo due nuovi agglomerati residenziali, volgarmente chiamabili “condomini”.
A monte di via Villa da inizio anno ci sono lavori in corso per un nuovo complesso da 10 appartamenti (2500 metri cubi) che dovrebbero essere consegnati a fine 2024 dalla società Angelini. Spostandosi a sud si trova l’altro cantiere, in stato più avanzato, quello del Gruppo Paterno : 12 appartamenti per 3000 metri cubi. Consegna finale: fine luglio. Adesso si vede l’andirivieni di muratori, ruspe e camion per il trasporto terra e betoniere. A lavori ultimati e ad appartamenti venduti - parliamo di locali di alta qualità, in zona prestigiosa, con un listino, per 100 metri quadri, che va dai 500.000 ai 600.000 euro (ma molto dipende dall’esposizione al sole) - si prospetta l’arrivo di circa una cinquantina di automobili (considerate due auto per famiglia, con garage e spazio esterno).
Nel sobborgo - che quanto a speculazione edilizia non teme confronti con il vicino abitato di Povo (che però ha un’urbanistica più felice o quantomeno non deve ha una strada lunga e stretta come arteria principale dell’abitato, via Villa appunto) - c’è grande preoccupazione, tanto che alcuni residenti, anche a seguito di un’interrogazione in consiglio provinciale presentata da Filippo Degasperi (Onda), sta programmando la creazione di un comitato cittadino per fare chiarezza e per chiedere tutele, amministrative e giuridiche, a fronte di ciò che viene considerata un «nuovo insulto alle regole dell’urbanistica». A Villazzano c’è chi fa notare che il Piano regolatore generale (Prg) con le sua norme di attuazione è stato «stiracchiato», «piegato a seconda delle esigenze politiche del momento». Nello specifico si parla di due aree agricole trasformate dalla sera alla mattina (un via libera nel 2019 ed uno nel 2022) in edificabili, ma che sulla carta restano agricole.
La regola principe dell’urbanistica trentina prevederebbe due punti fermi, due “paletti” che, nel caso della tutela dei terreni verdi agricoli (le aree di via Villa e via Torricelle erano zone agricole primarie E 1), sono particolarmente interessanti. Paletto numero 1: il mantenimento del terreno a destinazione parzialmente agricola (se sul terreno hai una qualche forma di edificio il Comune può permetterti di costruire la tua abitazione ma la campagna, che insieme al bosco è il valore aggiunto di aree come quelle della collina est, non può lasciare tutto lo spazio al cemento). Paletto numero 2: la reversibilità (in futuro chi avrà la proprietà dell’area divenuta edificata deve avere la possibilità di farla tornare agricola).
Chi non vorrebbe abitare in collina? Vista sulla città, servizi, disponibilità di mezzi pubblici, polo scientifico dell’Università e Fbk ad un tiro di schioppo (che mal che vada gli appartamenti si possono dare in affitto a studenti, prof e ricercatori). Aree su cui si può costruire: una miniera d’oro, per pochi ovviamente. E i pochi sono gli acquirenti con tasche capienti, i costruttori che investono e i proprietari dei terreni che vedono trasformare il terreno da agricolo ad edificabile. Deroghe felici, con buona pace di chi dal Comune di Trento si è visto contestare l’apertura di un abbaino o si è visto bocciare la realizzazione di un garage o di un qualche capanno a servizio della propria abitazione.
Nel ridente sobborgo di Villazzano (5000 abitanti) si ride poco. La gente, nella migliore tradizione trentina, tace, non si lamenta, non ad alta voce. Le cose sono un po’ diverse in questo periodo in cui tanti abitanti, di fronte alla prospettiva del cantiere del bypass, si stanno scoprendo No Tav. E i mugugni si trasformano in proteste e a volte nella creazione di comitati quando ci si accorge delle dimensioni di certe operazioni immobiliari, di certe deroghe. Quando appare evidente che si sono usati due pesi e due misure (il famoso abbaino negato contro le tonnellate di mattoni) si alza la voce. A volte in ritardo.