A 92 anni forgia il tridente per il Nettuno derubato

Luigino Armani, fabbro di Ronzo Chienis, ha terminato il suo lavoro: lo ha donato al Comune di Rovereto ed ora dovrà essere brunito prima di ritornare nelle mani della statua


di Nicola Filippi


ROVERETO. Manca solo il tocco finale, ma il nuovo tridente in ferro battuto della statua del Nettuno è pronto, fatto e finito, ed è custodito in Comune. Ma prima di esporla in pubblico, l’opera dovrà essere brunita . Ad un anno dal “clamoroso” furto (con scasso della mano destra della statua del Dio dei Mari), in piazza delle Oche manca veramente poco al ritorno della tanto attesa opera d’arte. A dare concretezza al progetto ci ha pensato un artista di Ronzo Chienis, ultimo di una rinomata famiglia di fabbri: lui è Luigino Armani, 92 anni a gennaio, uno dei protagonisti del video “Memorie d’acqua in val di Gresta”, presentato alla fine del gennaio scorso nella sala conferenze del centro anziani di Ronzo Chienis.

Il nuovo tridente è stato realizzato in poco meno di tre settimane ed è stato donato dal famoso artista grestano al Comune di Rovereto che ora potrà esporlo in pubblico. «Il tridente adesso dovremo portarlo nel laboratorio della Bronzini & C. sas - spiega l’assessore Manfredi - dovremo farlo brunire e solo successivamente potremo ricollocarlo sulla statua, inoltre dovremo far ricostruire anche quella parte della mano della statua che era stata strappata per il furto». Ai piedi dell’opera d’arte, una targhetta ricorda il nome dell’auto. Non mancano insomma tanti giorni al ritorno in pubblico del tridente. Ma prima i tecnici della Bronzini dovranno ripulire la statua e la fontana, rifacendo anche quella parte del basamento rovinata, per restituirla all’antica bellezza.

La statua del Nettuno è rimasta senza il proprio simbolo per quasi un anno. Gli autori del furto non sono stati ancora scovati dalle forze dell’ordine. La lunga assenza del tridente ha scatenato parecchie polemiche in città, anche fra i popolo degli internauti. Tutti si dichiaravano pronti a istituire una colletta per raccogliere i denari sufficienti a realizzare una nuova opera. Ora, finalmente, dopo aver visto davanti agli occhi il nuovo tridente, possiamo dire che la statua resterà orfana ancora per poco.

A dare l’input all’artista Luigino Armani è stato il nipote Alessandro. «Quando ho letto sul giornale che il Comune stava cercando un artista per rifare il tridente ne ho parlato con mio nonno - racconta - che proviene da una famiglia di fabbri da generazioni. Ha accettato con entusiamo e in tre settimane, dopo aver ricevuto il via libera della Soprintendenza, nella sua officina a Pannone, ha prodotto il nuovo tridente. Che è stato lavorato in tre parti separate, poi le ha saldate fra loro». Il risultato è fedele all’originale. E presto roveretani e turisti lo potranno ammirare dal vivo.

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