L'INTERVISTA FRANCESCO PIZZO medico 

«5G, rischi non dimostrati Ma è bene non esagerare» 

Tecnologie e salute. «Gli effetti a lungo termine si vedono solo dopo molti anni di esposizione» Lunedì 24 sarà fra gli esperti della prima Conferenza di informazione del Consiglio provinciale


Fabio Peterlongo


Trento. «Nessun legame dimostrato tra onde elettromagnetiche e danni alla salute. Ma per il principio di precauzione è bene promuovere un uso non eccessivo dei dispositivi elettronici». Così si espresso il dottor Francesco Pizzo, del dipartimento igiene e salute pubblica dell'Azienda sanitaria, in merito al legame tra malattie gravi e 5G, accusato da più parti di aumentare il rischio di sviluppare tumori rari. Lunedì 24 giugno il dottor Pizzo sarà presente alla conferenza organizzata dalla Provincia su questo tema presso la sala convegni Consiglio delle autonomie locali.

Dottor Pizzo, ritiene opportuno un certo grado di attenzione sul tema?

Credo sia opportuno parlarne per chiarire le perplessità. Le domande che ci si pone sono analoghe a quelle che ci si poneva con il 3G e il 4G, ma i dati non hanno mai mostrato una correlazione certa tra campi elettromagnetici e danni alla salute.

Però il 5G è più potente delle precedenti tecnologie, aumenta il rischio?

Allo stato attuale non c'è evidenza che le onde usate nelle tecnologie che ci circondano facciano male. Tuttavia, l'esposizione alle onde aumenta soprattutto perché aumenta l'uso del cellulare. Per un principio di precauzione si consiglia un utilizzo il più possibile razionale degli strumenti elettronici. Sul 5G mancano gli studi, ha un'emissione d'onda più intensa delle generazioni precedenti, ma ci sono limiti di legge studiati per tutelare la salute umana.

La professoressa Belpoggi ritiene che ci sia un legame tra onde e cancro e si basa su uno sperimentazione su cavie prodotta all'Università di Bologna. Cosa ne pensa?

Un singolo studio per quanto importante va valutato insieme ad altri e non è decisivo. Allo stato attuale non è mai stato dimostrata la dannosità di questa tipologia di onde elettromagnetiche sulla salute umana. I rischi vanno evidenziati, ma sulla base delle evidenze scientifiche che mano a mano si accumulano. Anche perché gli effetti a lungo termine si vedono dopo molti anni di esposizione.

Ma non si rischia di vedersi accumulare oltre ai dati anche le vittime, come è successo con l'amianto?

Non stiamo parlando di un agente cancerogeno certo, come il benzene o l'amianto, ma di agenti "possibilmente" cancerogeni, come li ha definiti l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Significa che è possibile che siano cancerogeni, ma non c'è la prova che lo siano effettivamente.

Cosa fa l'Azienda sanitaria per monitorare la situazione?

L'Azienda sanitaria non effettua controlli sulle sperimentazioni, che sono di competenza dell'Agenzia provinciale per l'ambiente oltre che di enti terzi. Quello su cui noi ci impegniamo è la promozione di adeguati stili di vita, soprattutto tra i giovani, per educare ad un uso disciplinato delle tecnologie.













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