Giovani agricoltori

Tommaso Manfrini, a Rovereto la prima “Urban Farm” trentina: «Così l’orto diventa luogo di relazioni»

Trent’anni, il Comune gli ha affittato 8mila metri quadri in via Pasqui e lui ha messo insieme la passione per l’agricoltura e per il sociale: «Qui vengono studenti, ma anche disabili e carcerati». La scelta del biologico: zero trattamenti e fitofarmaci 


Carlo Bridi


ROVERETO. La storia di oggi ci porta a Rovereto, per raccontare di un’attività veramente eccezionale realizzata da un giovane grazie anche alla sensibilità del Comune di Rovereto che gli ha affittato un terreno di 8000 metri quadrati, in via Pasqui, dietro il cimitero, per la realizzazione della prima “Urban Farm” del Trentino.

L’idea è venuta a Tommaso Manfrini di Rovereto, 30 anni, che all’età di 25 ha vinto il concorso per l’affitto di un terreno agricolo incolto da 30 anni. Manfrini, diplomato all’Istituto Agrario di San Michele, ha da sempre una spiccata sensibilità per il sociale, che lo ha portato a diventare punto di riferimento in città per migliaia di bambini e ragazzi, 5000 quelli incontrati nell’ultimo anno scolastico, oltre che di persone portatrici di varie disabilità. Siamo in presenza di una realtà molto interessante sia dal punto di vista sociale che di sostenibilità in quanto vede coinvolte molte realtà del sociale ma anche per il fatto che tutte le produzioni sono fatte con il metodo biologico.

Tommaso ha chiesto ed ottenuto il premio d’insediamento aziendale che è servito per rendere più avanzata ed innovativa l’azienda agricola. Infatti siamo in presenza di una atomizzazione completa dell’azienda che gli permette di gestire in tempo reale l’irrigazione tenendo sotto controllo costante le condizioni ambientali, dal grado di umidità a terra al vento, intervenendo tempestivamente a fronte di ogni esigenza. Questo gli ha permesso di eliminare completamente i trattamenti con anticrittogamici ed antiparassitari nelle coltivazioni in serra che coprono oltre 3000 metri quadrati.

L’organizzazione dell’azienda

Manfrini è titolare dell’azienda ed ha come consulente e collaboratore Matteo Fait. L’azienda dispone di circa due ettari dedicati all’orticoltura, il suo core business, ma Tommaso coltiva anche 5 ettari di vigneti, a Noriglio e Sant’Ilario, ma anche piccoli frutti che vengono venduti per oltre il 90% nello spaccio aziendale creato in via Pasqui e per il resto on line con consegne, nell’area vicina all’azienda direttamente a domicilio ed a piccoli negozietti della zona. Degli 8000 metri quadrati di terra presi in affitto dal Comune 3000 sono a ortaggi, e una buona parte a giardino, spazio ideale per tutte le attività didattiche sia con le scuole che con altre categorie di persone. Manfrini organizza anche corsi di formazione per aspiranti orticoltori che comprendono tutte le fasi produttive declinate per l’hobbistica.

In azienda vengono ospitati come detto anche disabili in collaborazione con le associazioni specifiche ma anche ex carcerati. “Siamo convinti – spiega Tommaso - che l’agricoltura sia uno strumento molto valido per crescere assieme agli educatori specializzati, mettendo a disposizione le nostre competenze in agricoltura alle realtà che si occupano di sociale”.

Fra i progetti futuri di Tommaso, quello di sviluppare la conoscenza sul territorio della sua realtà aziendale e delle opportunità che essa offre. Ma c’è anche un sogno nel cassetto: rafforzare ulteriormente il rapporto con la città coinvolgendo sempre più le varie componenti della società civile, perché l’agricoltura è fonte di grandi risorse non solo dal punto di vista economico.

Alla classica domanda se è pentito della scelta, afferma: “Se guardiamo la situazione dal punto di vista economico qualche volta sì, particolarmente nel periodo del lockdown dovuto al Covid 19, in quel momento le varie attività erano ferme e i conti non tornavano. Ma superata quella fase ora guardiamo al futuro con fiducia perché come insegno ai miei studenti della Fondazione Mach, dove faccio qualche ora d’insegnamento, il settore primario è oggi ma lo sarà ancora di più in futuro un settore del quale non si può fare a meno”.

E il rapporto con l’ambiente? “Di grande rispetto ed attenzione, prova ne sia che io sono subito partito nel 2015 facendo la scelta dell’agricoltura biologica. Ma c’è di più, nei 3000 metri quadrati di ortaggi in serra peraltro non riscaldata, io sono arrivato al punto che non uso nessun fitofarmaco, riesco a produrre con trattamenti zero. Ma non solo, riusciamo a produrre nelle serre ben isolate per 12 mesi l’anno potendo così offrire alla nostra affezionata clientela sempre prodotti freschi di stagione”.

Manfrini, come già accennato ha da sempre una forte sensibilità sociale che lo ha subito portato ad aprire l’azienda anche con fini didattici, a diverse categorie di persone che sono sempre più motivate ed interessate. Dai bambini e ragazzi delle scuole anche in collaborazione con una associazione che si occupa di questi, alle persone diversamente abili, alle persone che hanno problemi con la giustizia in collaborazione con il Tribunale.

Ma tra le molte attività riesce anche ritagliarsi il tempo per i suoi hobby che hanno sempre a che fare con le arrampicate in montagna in tutti i periodi dell’anno dall’estate all’inverno. Ed è anche volontario del soccorso alpino.













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