il caso

Terzo mandato presidenziale in Trentino, passa la procedura d’urgenza. Soini: «Mi hanno chiesto di non votare, è inaudito»

La deliberazione dell'Aula con 17 sì, 14 no e 4 astensioni. Il promotore Bisesti: «Nessun sotterfugio. La norma potrà subire un vaglio di carattere costituzionale e potenzialmente anche la sottoponibilità a referendum. Potrebbero occorrere dai 18 ai 26 mesi per renderla effettivamente vigente». Manica del Pd: «Questo sarà il ddl Salvafugatti. Ricorda il caso Ruby»



TRENTO. Via libera del consiglio alla discussa procedura d'urgenza per il disegno di legge che modifica i limiti dei mandati per il presidente della Provincia. La proposta prevede l'estensione da due a tre mandati, purché siano stati esercitati per almeno 72 mesi, anche non continuativi.

Il testo è stato approvato con 17 sì (maggioranza), 14 no (minoranza) e 4 astenuti (Fratelli d’Italia).

Ecco le dichiarazioni dei consiglieri.

Mirko Bisesti (Lega) ha illustrato la richiesta di urgenza, argomentando che pur a larga distanza di tempo dalle prossime elezioni provinciali e politiche, ciononostante va tenuto in conto che la norma sui tre mandati potrà subire un vaglio di carattere costituzionale e potenzialmente anche la sottoponibilità a referendum. Ergo: potrebbero occorrere dai 18 ai 26 mesi per renderla effettivamente vigente.

“L’esigenza, sentita da tutti, è quella di affrontare le elezioni provinciali del 2028 in un contesto chiaro e nella massima trasparenza – ha detto Bisesti. – Non ci sono blitz nè sotterfugi. Nel 2017 è stata modificata la legge elettorale a pochi giorni dal voto. Oggi la modifica è proposta per tempo. Il Consiglio Provinciale è il parlamento del Trentino e ha competenza in materia elettorale, chi siede in quest’aula ha dunque la responsabilità delle regole della democrazia del territorio. La responsabilità è nostra”.

​Per la minoranza, in posizione contraria, è intervenuto Francesco Valduga (Campobase). “I temi caldi sono altri, non certo il destino di Fugatti. Il nostro no al terzo mandato non è per preoccupazione nei confronti di un ‘presidente imbattibile’. Qui vediamo il destino di una parte, non di una comunità. Dobbiamo essere trasversali, serve tempo per un approfondimento e confronto”. Per la minoranza non può essere tutto ridotto a “terzo mandato sì o terzo mandato no”. “Ci sono tanti aspetti che nella legge elettorale vanno discussi – ha proseguito Valduga - dalle modalità di voto al premio di maggioranza o l'elezione diretta del presidente della Provincia. Serve una discussione più ampia, circostanziata e approfondita e non certo con un d.d.l. ‘si-no terzo mandato, arrivederci e grazie’ ”.

Alessio Manica (Pd) - Questo sarà il ddl ‘Salvafugatti’

“E’ stata votata una norma ad personam, questo sarà il ddl ‘Salvafugatti’. Il voto che ha dichiarato l’urgenza di modifica alla legge elettorale ricorda quando il centrodestra in Parlamento votò che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak. Al voto si è allineato il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini con il mandato di consigliere di maggioranza. Nel votare un sì a un’urgenza che non c’è, è saltata la sua terzietà”.

Il presidente Claudio Soini - Chiedermi di non esprimere il mio diritto di votare è cosa grave e inaudita

“È stata prospettata una mancanza di fiducia nei miei confronti, sono esterrefatto e amareggiato. A tutto c’è un limite. Mi è stato chiesto di non esprimere il mio diritto di votare ed è cosa grave e inaudita. Il mio ruolo è garantire l’interesse di tutti i consiglieri, tutelando la minoranza, ma anche la maggioranza. Oggi abbiamo votato una procedura che legittimamente e da regolamento un consigliere ha richiesto, sul merito del disegno di legge si parlerà in aula quando ci arriverà. Anche nel passato sono arrivate del resto svariate uguali richieste anche su altre questioni. La procedura d’urgenza è prevista dal regolamento e non solo per calamità naturali”.

Claudio Cia (Gruppo Misto) - Il presidente è membro del Consiglio provinciale

“C’è stato un attacco gratuito nei confronti del presidente del Consiglio, che ha tutta la mia solidarietà. La minoranza confonde il campo sportivo, dove l’arbitro non gioca, con l’Aula dove il Presidente è a tutti gli effetti un componente del Consiglio provinciale. Non mi risultano presidenti che di fronte a temi divisivi si siano astenuti”.

Francesco Valduga (Campobase) - Avremo la possibilità di confrontarci sui tempi di discussione del ddl

“Il ruolo del presidente Soini non è un ruolo da semplice consigliere. Il suo ruolo non è solo finalizzato al corretto funzionamento dell’aula, ma di equilibrio tra maggioranza e minoranza. Con il suo voto di oggi ha dimostrato di contravvenire al suo ruolo super partes. Ha però un’altra occasione: nella Conferenza dei Capigruppo ci confronteremo sull’ampiezza dei tempi di discussione del d.d.l. Bisesti”.

Filippo Degasperi (Onda) - Si poteva cercare un confronto

“Tutti siamo legittimati a proporre modifiche della legge elettorale. Al di là dei codicilli che ci ha presentato Bisesti, si poteva cercare un confronto preventivo. C’è stato invece il colpo di mano, proprio perché non si è voluto il confronto. Quanto al voto del presidente, ha votato come consigliere in risposta ai suoi elettori e non all’Aula che dovrebbe rappresentare per intero”.

Lucia Coppola (Avs) - Si devono tutelare tutti, ma di più le minoranze

“Soini con il suo voto ha messo in evidenza la differenza tra ruolo di consigliere e di presidente. Nessuno nega il suo diritto al voto, ma buonsenso e opportunità ci dicono che ci sono votazioni delicate. Stiamo parlando di legge elettorale. Andava esercitata prudenza e l’astensione avrebbe avuto un alto valore. Si è invece inutilmente esposto con un voto tra l’altro ininfluente. Quanto al significato di responsabilità, si devono tutelare tutti, ma di più le minoranze”.

Roberto Paccher (Lega) - Con l'ostruzionismo è stato paralizzato il Consiglio per giorni interi

“Stiamo assistendo a un comportamento intimidatorio da parte delle minoranze. Si vuole negare al presidente il proprio libero voto. Se avesse votato contro il ddl d’urgenza sarebbe andato tutto bene. Si è messo sul banco degli imputati il presidente Soini che ha solo applicato il regolamento e fa lavorare quest’aula. La minoranza dice ‘con tutte le cose che ci sono da fare..’. Abbiamo dedicato un’ora a questo argomento, che non crea nessun danno. Ma quando la minoranza fa ostruzionismo, depositando migliaia di emendamenti e paralizzando i lavori dell’Aula per giorni interi, fa gli interessi dei trentini?”.

Il serrato confronto è proseguito in aula nel primo pomeriggio.

Walter Kaswalder (Patt) ha affermato che sarebbe sempre giusto consentire all’elettorato di decidere se e quante volte rieleggere un presidente.

Roberto Stanchina (Campobase) ha detto di essersi stupito dell’astensione di Fratelli d’Italia, ma ancora più del voto favorevole del Patt. Il focus della discussione deve essere spostato a suo avviso dall’urgenza (definita “ridicola”) di questo d.d.l., alla forzatura in vista sul contingentamento dei tempi di discussione del testo. Ritengo poi che si debba allargare il tema di discussione alla legge elettorale nel suo complesso.

Antonella Brunet (Lista Fugatti) è intervenuta a sostegno del presidente Soini evidenziandone la condotta assolutamente imparziale sempre tenuta nei confronti delle minoranze.

Lucia Maestri (PD) ha sostenuto che “il dado è tratto”, perché oggi due figure hanno messo in piazza la loro concezione delle istituzioni come proprietà di una parte e non come casa di tutti: “il Consiglio oggi ha subito un torsione autoritaria” ha aggiunto, con Fugatti, assente dall’aula per tre giorni, presentatosi poi stamattina solo per votare la legge “salva se stesso” e con il presidente Soini che con il suo voto ha scelto di rispondere alla sua maggioranza anziché a noi: così facendo non si è reso garante dell’istituzione.

Un attacco del tutto strumentale e un’accusa fuori luogo, l’ha invece definita Vanessa Masè (Civica): non mi è piaciuto sentire che siamo tutti proni al presidente Fugatti, perché io condivido i contenuti di questo ddl e la procedura di urgenza, perché la mia sensibilità va in quella direzione.

Se c’è una critica è forse l’eccesso di democrazia che il presidente Soini sta concedendo a questo dibattito, ha osservato Christian Girardi (Fratelli d’Italia). Quanto all’ostruzionismo, esso è sano se non è fine a se stesso e se ha una fine. Bene che oggi si sia attivata una procedura d’urgenza (che su temi di particolare rilevanza e fino a che non sarà modificato il regolamento, chiederò sempre, ha aggiunto).

Eleonora Angeli (Lista Fugatti): “Penso che il presidente Soini abbia esercitato il proprio diritto di voto così come fanno i sindaci che sono garanti di tutti e al contempo votano”.

Mirko Bisesti (Lega) ha elogiato l’agire del presidente Soini ingiustamente e strumentalmente accusato e ha ricordato dei precedenti in cui altri presidenti hanno espresso il loro voto. La minoranza tra l’altro non può parlare ora di deriva autoritaria quando utilizza l’ostruzionismo per impedire la discussione di temi importanti per la comunità.

​Claudio Cia (Gruppo Misto) ha ricordato la legge 186, approvata ai tempi della presidenza di Bruno Dorigatti anche con il suo voto, che le minoranze dell’epoca non contestarono affatto. A dimostrazione che il partito democratico lo è solo con se stesso.

Pronta la replica di Lucia Maestri: sono due temi diversi, un conto è andare a rivedere le preferenze di genere, altra cosa toccare l’elezione del presidente della Provincia, atto costitutivo di questo Consiglio.

Per Paolo Zanella (PD) la vera ragione delle richiesta di urgenza è che con essa si conta poi di discutere un tema di questa portata con tempi contingentati e questo significa violare il regolamento.

Ha chiuso il dibattito il presidente Claudio Soini, riconoscendo che s’è trattato di un confronto approfondito e arricchente.

(foto Uff.stampa Consiglio provinciale)













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