Tateo rompe il silenzio: “Non sono un mostro, Sara Pedri ha ricevuto da me tutti i riguardi”
L'ex primario di Ginecologia licenziato dall’Azienda sanitaria parla a La Stampa: “Non sono aggressivo, ma severo. Il rigore in ospedale è fondamentale”
TRENTO. Saverio Tateo, l’ex primario di Ginecologia del S.Chiara di Trento, licenziato a seguito del caso Sara Pedri, la giovane dottoressa che lavorava nel suo reparto e scomparsa il 4 marzo 2021, rompe il silenzio e parla per la prima volta con un’intervista rilasciata a La Stampa.
Tateo spiega di aver deciso di dare la sua versione dei fatti perché “mi hanno descritto come un mostro che non sono”.
“Non sono aggressivo, sono una persona piuttosto severa, amo il rigore perché nell'ospedale il rigore è fondamentale».
Giudica “un’odiosa e gravissima falsità” le accuse di mobbing per cui è indagato, accuse emerse nel reparto nei suoi confronti durante l’indagine interna seguita alla scomparsa di Sara Pedri.
Tateo spiega di non avere da rimproverarsi per il suo comportamento nei confronti della giovane ginecologa, che nei suoi messaggi alla famiglia ha parlato di un clima diventato per lei insostenibile (“Questa volta non ce la farò”): “La dottoressa Pedri ha ricevuto da me tutti i riguardi che sono dovuti a una giovane professionista che, lasciato pochi giorni prima l'ambiente comunque protettivo dell'università, si è trovata a dover fronteggiare i ritmi e le esigenze della corsia e della sala operatoria”.
Ancora: “Era una specialista da poco tempo, la sapevo sola in Trentino e per di più durante la seconda ondata di Covid. Per questo le avevo dato dei turni che la lasciavano libera i fine settimana e i festivi”.
L'ex primario si dice “dispiaciuto per quanto è successo a questa ragazza” e invita i familiari di Sara a “sperare che forse la loro figlia non ha fatto una scelta irreversibile”.
Insomma una versione che contrasta drammaticamente con molte delle testimonianze emerse nel reparto di Ginecologia del S.Chiara e con le parole di Sara Pedri.