Segregata per due settimane in un cassone, in manette imprenditore agricolo bolzanino
E' una storia agghiacciante quella che arriva da Verona. Un imprenditore agricolo bolzanino di 53 anni è finito in manette per sequestro di persona e tortura
VERONA. Sequestro di persona e tortura: sono le accuse con le quali un imprenditore agricolo bolzanino di 53 anni, residente in provincia di Verona, è stato arrestato dai Carabinieri di Villafranca di Verona e dalla Polizia Stradale, che hanno tratto in salvo una donna polacca di 44 anni segregata per due settimane, rinchiusa in un cassone per contenere le mele nelle campagne ai confini con l'autostrada Milano-Venezia, nelle vicinanze di Sommacampagna.
Come riferito dai quotidiani locali, la donna, che avrebbe avuto anche una relazione con l'imprenditore, arrivava da Varsavia, dove vive con la famiglia, per lavorare nei campi dell'uomo. Lo scorso 14 agosto una discussione è degenerata e l'uomo l'ha rinchiusa nel cassone, nel quale la 44enne è rimasta segregata per due settimane, sotto il sole cocente, con il datore di lavoro-aguzzino che le portava da bere e da mangiare.
I lamenti della donna, ormai sfinita, sono stati sentiti dai giardinieri che stava lavorando per l'autostrada Brescia-Padova. Insieme all'intervento delle forze dell'ordine sono riusciti a porre fine alla prigionia della signora che è stata ricoverata in stato di choc all'ospedale di Villafranca. Per l'uomo si sono aperte le porte del carcere veronese di Montorio.