Olivotto entra nella grammatica ad uso dei licei
Roverto. Citato accanto a Montale, Pascoli, Petrarca, Ungaretti… classici inarrivabili, ma con dalla sua il fatto di praticare vie che arrivano ancora più dritte alla mente dell’uomo moderno: Eros...
Roverto. Citato accanto a Montale, Pascoli, Petrarca, Ungaretti… classici inarrivabili, ma con dalla sua il fatto di praticare vie che arrivano ancora più dritte alla mente dell’uomo moderno: Eros Olivotto fa ormai parte della manualistica scolastica e i suoi versi sono citati nella nuova grammatica ad uso dei licei di Claudia Savigliano, “Dal pensiero alle parole”. Scelto dalla Garzanti-De Agostini per la sua poesia narrante ritmica, che affida alla musicalità del verso immagini evocative di straordinaria vivezza, Olivotto è così diventato, sé nonostante (o “nonostante tutto”, come aveva profeticamente intitolato il suo primo romanzo, nel 1995) un classico. Del resto, come “primo della classe” lo conosciamo, straordinario esploratore di abissi, dal respiro sottile, cesellatore perturbabilissimo di senso.
Alla notizia di questa sua entrata nei manuali liceali, lo abbiamo raggiunto telefonicamente per un commento: “Certamente ne sono felice – ci ha detto – E’ un immenso regalo. Ero stato cercato dalla Garzanti ormai un anno fa. Mi chiedevano di poter utilizzare alcuni testi miei, ma poi non ne avevo più saputo nulla. Quando, ieri (mercoledì 3, per chi ci legge), dalla Garzanti-De Agostini, mi hanno mandato le pagine della grammatica inclusivi dei miei testi (nel volume B, ndr.), per me è stata una vera gioia”. Nato ad Ala nel 1950, anche se risiede da molti anni, con la propria famiglia, a Sant’Ambrogio di Valpolicella, Olivotto non ha mai scordato la sua terra e Rovereto è sempre stata una tappa privilegiata delle sue serate. La gente, d’altro canto, lo ha sempre ricambiato affollando le sue serate di poesia, o di presentazioni letterarie.
Poeta da sempre, pubblicato da periodici e riviste letterarie anche come autore di racconti, paradossalmente bisognerà aspettare il 2003 per sfogliare la sua prima raccolta poetica, “Sipari”, cui seguirà “Ogni istante” raccolte intense, coinvolgenti. Fu un trionfo da subito, per la capacità dei versi di indicare l’affanno sollevandolo come velo di Maja, alla ricerca d’un Altrove che dia senso. La poesia è spesso nel nome, Olivotto ama nominare. Scruta il mistero delle cose e dei sentimenti, ne affievolisce il potere allucinatorio e traghetta il dolore verso, appunto, la speranza di un senso. In fondo è questo l’immane orizzonte entro cui si muove la sua poetica. Che venga ufficialmente riconosciuta, al punto di farne strumento formativo per le nuove generazioni, è davvero significativo e importante.