Nel bilancio il museo per Fausto Melotti
Sarà a palazzo Alberti Poja. Tra le novità illustrate da Valduga anche la “agorà dei mestieri” dove pensare i lavori del futuro
ROVERETO. Pareggio a 113 milioni, un decimo dei quali raccolto con le tasse locali. Un risparmio significativo sulla spesa corrente (3,6 milioni) ottenuto razionalizzando la spesa: nessun taglio né ai servizi né al personale. Investimenti per 25 mila euro, che però sono solo meno di un terzo di quanto sarà speso effettivamente sulla città nel 2018, perché le opere finanziate dal protocollo d’intesa con la Provincia (i progetti Follone, piazzale Orsi, stazione delle corriere, Rsa Vannetti) e da altri enti (esempio, i 2,6 milioni del fondo territoriale per Lavini e percorso della seta) non compaiono nel bilancio comunale. Così come non compaioni gli investimenti già programmati per opere in appalto entro l’anni i cui cantieri si vedranno in primavera: vai Fontana potrebbe essere un esempio. Gli interventi a bilancio più significativi sono la ristrutturazione dell’ex Guardia Di Finanza, il VI lotto del restauro di Castel Veneto, la ristrutturazione degli impianti tecnologici della piscina, l’estensione e ristrutturazione della rete di illuminazione pubblica, la messa in sicurezza della strada in località San Nicolò.
Ieri sera il sindaco Valduga e gli assessori per le parti di competenza di ognuno, hanno presentato le linee essenziali del documento di programmazione della spesa al Consiglio. Non per la discussione, ma per iniziare a lavorarci. Da oggi inizierà la presentazione in tutte le Circoscrizioni per raccoglierne i pareri e il 19 dicembre si tornerà in aula, a quel punto per la discussione e approvazione. L’obiettivo - ha detto ieri il sindaco Valduga - è chiudere entro il 31 dicembre. Sia per i vantaggi che vengono riconosciuti alle amministrazioni virtuose, che approvano il bilancio entro il termine dell’anno, sia per mettere in condizione gli uffici di lavorare al meglio, senza perdere un solo giorno.
Presentando il bilancio nelle sue linee portanti, il sindaco Valduga ha voluto però fare un discorso di prospettive e orientamenti, non di cifre. Sintetizzando con una battuta mutuata dall’informatica: “dopo avere investito per anni nell’hardware, ora passiamo al software”. Ovvero: «Abbiamo lavorato fino ad oggi sul contenitore: la città bella. Gli interventi su Santa Maria, via Paganini, via Dante, via Fontana e Borgo Santa Caterina, le grandi aree dell’ex Alpe e dell’ex Anmil. Ora passiamo a riempire questo contenitore di funzioni e relazioni: a promuovere quel cambiamento che renderà migliore la vivibilità della città».
I grandi temi sono quattro. Il primo è la rigenerazione urbana, il percorso in collaborazione con i privati che porterà alle start up del commercio in centro storico, ma anche a nuove destinazioni di spazi, come la collocazione a palazzo Alberti Poia di uno “Spazio Melotti”: una esposizione permanente di opere della collezione del Mart che diventerà un nuovo tassello dell’asse della cultura, tra Mart e Casa Depero.
Secondo grande tema, la “Agorà dei mestieri”: uno spazio fisico all’Urban Center dove impresa, formazione, ordini professionali, artigiani si confronteranno per individuare e preparare le professioni del presente e del futuro.
Il terzo sono le politiche sociali. Qui la novità principale è uno spazio di orientamento e informazione che nascerà in stazione dei treni, diventando anche presidio per quell’area. Lo concederà in comodato Ferrovie dello Stato, che sta procedendo anche alla ristrutturazione dei locali. Restano ovviamente progetti già attivi come Ortinbosco e si potenzierà la serie di collaborazioni e proposte che si accomunano sotto la definizione di “distretto dell’economia solidale”.
Ultimo la semplificazione: uno sforzo ulteriore in comunicazione per favorire l’accesso all’informazione e ai servizi, con una newsletter del Comune e una app per i dispositivi mobili come nuovi elementi portanti.
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