«La Rsa deve rimanere nel centro della città»
Il sindaco Valduga ha presentato il progetto di ristrutturazione della “Vannetti” Preoccupazione da parte dei familiari per la convivenza tra gli ospiti e il cantiere
ROVERETO. Resteranno solo i pilastri ed i solai, tutto il resto verrà tolto. Serramenti, pareti esterne, finestre, pavimenti, pareti divisorie interne dell’attuale Rsa di via Vannetti verranno tolte. Questo prevede il progetto di ristrutturazione della “casa rossa”, presentato ieri al pubblico dall’amministrazione, proprio nella sede della casa di riposo.
È stato il sindaco Francesco Valduga a ribadire perché la sua amministrazione ha scelto di ristrutturare la Rsa di via Vannetti: «Almeno una Rsa deve rimanere in centro, la posizione della Vannetti per noi è strategica, avere una casa di riposo in città è importante sia per gli ospiti ancora capaci di spostarsi, sia per i non autosufficienti, perché è più facile ricevere le visite. Con questa posizione potremo progettare anche altro, una unità di cure primarie per un nuovo welfare». «Eventuali risparmi di questa scelta sarebbero solo una piacevole conseguenza», ha sottolineato il primo cittadino.
La presidente della Apsp Daniela Roner ha definito “indifendibile” il progetto della Rsa in via Ronchi: «Perdevamo posti letto, e avremmo subito una decentralizzazione. Con la Rsa in via Vannetti possiamo aprire le porte all’esterno, attivare collaborazioni, i nostri anziani vedono persone diverse entrare. Con la ristrutturazione daremo servizi diversi, avremo il 75% di camere singole. Il progetto è così buono che abbiamo deciso di investire 1 milione 200 mila euro per due alloggi collettivi, dove anziani non totalmente autosufficienti potranno convivere in modo autonomo ma comunque seguiti da personale di assistenza».
I consulenti del Comune (Giuliano Baldessari e Roberto Boller) hanno poi presentato il progetto di ristrutturazione evidenziando tutti i punti di forza della scelta di ristrutturare: risparmio di territorio, non edificando alla ex Master Tool, centralità della casa rossa, forte rischio di vederla vuota e abbandonata per lungo tempo se invece si fosse optato per la Rsa di via Ronchi.
Per ciò che concerne invece l’area di via Ronchi, il sindaco ha ribadito che «resterà nelle disponibilità del pubblico» e che si cercherà di «immaginare una destinazione per qualcosa utilizzabile dalla collettività».
Il punto più delicato riguarda la convivenza tra ospiti e lavori in corso. Premesso che il cantiere partirà quando metà degli ospiti saranno trasferiti nella nuova Rsa di via Francesco, le preoccupazioni rimangono, le ha espresse anche una parente ieri. I progettisti (così come scritto nella relazione depositata in Comune) hanno inizialmente ribadito che solo quando si ristrutturerà la cucina bisognerà trasferire degli ospiti (due o tre mesi di tempo), mentre per le altre fasi si potrà lavorare con tutti dentro. Poi hanno ricordato che lo stesso ospedale ha conosciuto ristrutturazioni con degenti all’interno, il sindaco ha citato l’esempio del Santa Chiara.
È stato anche detto che i lavori saranno per lotti isolati su singoli piani. «Stiamo ragionando su collaborazioni con Rsa vicine per trasferire una quota di residenti», ha aggiunto il sindaco, e la presidente della Vannetti Roner ha annunciato di aver già contattato le Apsp lagarine.