La lampada che legge le fiabe 

Il prototipo realizzato al Marconi. L’insieme di macchina e lettore sfoglia e legge automaticamente libri o documenti. «Ci siamo mossi pensando alle difficoltà di alcuni nostri compagni di classe dislessici». Ora la loro “Vocalux” punta al mercato per anziani, bimbi e non vedenti


Michele Stinghen


Rovereto. Quando gli insegnanti proposero loro di iniziare a lavorare ad una macchina che fosse capace di girare le pagine di un libro, pensarono subito che non era abbastanza. Loro - due ragazzi del Marconi, Amedeo Zeni e Sabastiano Bais - non studiano solo meccanica, ma anche robotica, informatica, applicazioni intelligenti. E avevano bene in mente le difficoltà dei loro compagni di scuola dislessici, i quali, più che far fatica a girare le pagine, faticano proprio a leggere un testo scritto. Da qui è nata la scintilla per la lampada "Vocalux", capace di sfogliare e leggere libri e riviste, e che li ha visti partecipare alla "RomeCup", nella sezione dedicata ai giovani talenti.

Protagonisti alla “Rome-Cup”

Hanno preso parte alle selezioni, alle quali erano iscritti 250 gruppi, con altrettanti progetti innovativi di robotica. Ebbene, sono stati selezionati tra i migliori dieci, e hanno potuto partecipare alla sfida finale nella capitale. Tra ricercatori universitari, imprese e start up, loro erano gli unici studenti delle superiori, un filo in imbarazzo quando hanno scoperto che il supporto dato loro dall'organizzazione nei tre giorni di competizione (dal 2 al 4 aprile) erano dei tirocinanti, ovverossia dei loro coetanei. Ma non hanno avuto alcun imbarazzo nel presentare il loro progetto, segnalato e lodato dalla giuria. Non hanno vinto (sono arrivati secondi a pari merito con tutti gli altri) ma davanti a loro c'era una ricercatrice capace di progettare un microchip sottocutaneo in grado di rilevare i livelli di glicemia e stimolare le cellule a compensare. Zeni e Bais contano di poter sviluppare il loro prototipo e arrivare a ingegnerizzarlo e metterlo sul mercato. Perché di lettori di questo tipo, che leggono, sfogliano, illuminano e arrivano persino a tradurre dei testi, non ce ne sono in giro.

Il sostegno della Comunità

Il loro progetto, così originale, ha avuto il sostegno della Comunità della Vallagarina. «Siamo partiti dal bisogno dei nostri compagni di classe dislessici, che hanno difficoltà a leggere e comprendere», spiega Sebastiano Bais. «Volevamo cercare di renderli autonomi, perché essere seguiti tutte le volte da un'altra persona è frustrante. Con "Vocalux" invece diventano autonomi». Vocalux è una specie di scrivania. Si mette il libro, il giornale o la rivista sul tavolo; a sinistra c'è una rotella che gira quando si vuole voltare pagina; il foglio viene spostato da un braccio meccanico. Sopra c'è una lampada con un software capace di leggere ad alta voce il testo. Il sistema si rivela utile non solo per dislessici, ma anche per anziani, disabili, ciechi, bambini. I due studenti sono stati affiancati nel progetto (che ha coinvolto tante materie e occupato tante ore fuori dell'orario scolastico) da Dante Dossi e Gianni Battistotti. A Roma hanno dovuto redigere un business plan e perfezionare il progetto. La notte prima della presentazione sono stati in piedi fino quasi alle 3, chiamando il professor Dossi alle 23 e facendolo alzare dal letto d'albergo. «Ma con ragazzi così si fa questo ed altro», commenta entusiasta il docente. «Questi ragazzi hanno imparato a contestualizzare le problematiche sociali, comprendendo che quello che studiano non si ferma solo nei laboratori, ma può incidere nella vita reale», aggiunge il dirigente dell'Istituto tecnico Giuseppe Rizza. La sfida futura, per Bais e Zeni, è arrivare a migliorare ancora il loro "Vocalux" e poterlo portare in produzione, per immetterlo sul mercato.













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