Il cinghiale “gioca” a golf: rischia il green di Folgaria
Alcuni animali l’altra notte hanno devastato una zona periferica del campo Ora si sono avvicinati anche alle abitazioni e la preoccupazione comincia a salire
FOLGARIA. La presenza del cinghiale sull'alpe cimbra è consolidata ormai da anni. Preoccupa gli agricoltori per i danni alla cotica erbosa. L'altra notte però un branco di temerari ha addirittura attaccato il campo da golf quasi sulla cima del Passo del Sommo, in prossimità della buca numero 15. Per fortuna si è trattato di alcuni esemplari dotati di buona educazione per la qualcosa non si sono spinti dentro l'area green, altrimenti il danno sarebbe stato ben più cospicuo, trattandosi di siti che richiedono cure particolari, costose e di lunga durata. Essendosi fermati al limitare, le maestranze del golf sono potute intervenire e risistemare le larghe zolle sollevate dalla voracità delle bestie uscite nottetempo in cerca di cibo. Per ora tutto è sistemato, ma l'apprensione di possibili attacchi anche nelle zone delicate del golf è palese fra i gestori del medesimo. La presenza sull'altopiano è diffusa ormai su tutto il territori, si parte da Vezzena per arrivare sul Dos de l'Avezon dalle parti del confine con Lastebasse, ben oltre il torrente Astico. Tempo addietro la presenza devastante veniva registrata spesso nella zona Elbele fra Carbonare e Virti, ma ormai questa specie di suini selvatici si è spinta ovunque, fra l'altro alpeggia in quota fintantochè il terreno non gela e diventa così difficile da arare con i poderosi musi allungati in cerca di bacche, tuberi, radici e funghi ben nascosti sotto il primo strato di terreno. Non disdegnano di integrare la dieta con piccoli animali. Sia i contadini che i gestori del golf si chiedono chi interverrà se il fenomeno dovesse allargarsi e assumere dimensioni preoccupanti. Pare che la gestione sia affidata a cacciatori provetti e muniti di particolare autorizzazione che sull'altopiano paiono essere poco più di dieci. I quali dovrebbero assumersi addirittura il ripristino del danno. Un numero di persone decisamente basso rispetto al fenomeno che si sta via via allargando. Per ora sembra che il Corpo Forestale provinciale intervenga solo se vi è rischio per la pubblica incolumità. E' chiaro che il timore non riguarda solo gli allevatori, anche chi visita i boschi per fa legna, raccogliere funghi o semplicemente per camminare incomincia a temere qualche brutto incontro, oltre l'orso e il lupo. Va detto che il cinghiale esce prevalentemente di notte limitando la possibilità di incontrarlo. La caccia è di difficile esercizio quando la presenza è così larga e diffusa sul territorio. I cacciatori si ingegnano con ogni perizia e strumento. Ora possono cacciare illimitatamente in fatto di orario, ma pare che fino adesso siano riusciti ad abbattere solo un capo. Ci si prova anche con le trappole, pasturando prima per poi intervenire con trappole costituite da robusti recinti . Sta di fatto che il cinghiale sta preoccupando un po’ tutto l'altopiano. Esso è un artiodattilo della famiglia dei suidi, stretto cugino del maiale domestico. Raggiunge anche 180 kg. il maschio e una trentina di chili in meno la femmina, la quale sforna una media di sei cuccioli ogni gravidanza, che difende con determinazione sfidando anche i nemici più crudeli. Il lupo potrebbe essere un buon riequilibratore se decidesse di attaccare i piccoli, ma oltre il fatto che la loro difesa diventa difficile da superare, finchè trova selvaggina a buon mercato e senza pericolo come camosci, lepri, caprioli o piccoli cervi, il lupo ben si guarda di affaticarsi in lotte con le agguerrite madri dei cuccioli di cinghiale. E' bene dire che se non stuzzicato il cinghiale non carica l'uomo.