Due auto danneggiate, ma nessun ferito 

Rimangono le scritte sui muri contro Matteo Salvini, che posta su Facebook le foto dei sassi tirati dai manifestanti  



ROVERETO . Il rischio che qualcuno si facesse del male, durante gli scontri tra forze dell’ordine e contestatori, era concreto. Quando si sono sentiti mulinare i manganelli da parte di poliziotti e carabinieri e le spranghe e i sassi da parte dei manifestanti, giusto all’arrivo del segretario nazionale della Lega Matteo Salvini, atteso da qualche centinaio di roveretani all’Urban center, si è temuto il peggio. Ma per fortuna i danni sono relativi. Nessun agente è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari, e a quanto risulta nessuno dei manifestanti si è rivolto al pronto soccorso. Gli scontri sono stati documentati, oltre che dalla stessa polizia, anche da numerosi filmati realizzati da privati con cellulari e subito “postati” sulla piattaforma YouTube. Le immagini mostrano i manifestanti avanzare, raccogliere pietre e lanciarle verso i poliziotti, che contrattaccano respingendo il corteo fino all’incrocio con via Paoli e via Fontana, mentre si vedono i contestatori lanciare petardi e fumogeni e persino uno giovane svuotare un estintore contro gli agenti. Il bilancio è di due auto danneggiate (una dei carabinieri con il lunotto posteriore infranto da una sassata e un’auto civetta del commissariato con i finestrini sfasciati), qualche scritta in spray nero sulle vetrate dell’Urban City (“Vendetta”, “Macerata terrorismo fascista”) e sull’edificio di fronte (“Salvini mandante di Traini”) e l’aiuola di fronte all’Upim dalla quale sono stati asportati alcuni dei sassi tirati contro i poliziotti. Altri sassi invece, spiegano in commissariato, arrivano da altre parti: i contestatori, presentatisi con scudi, bastoni e caschi da motociclista, erano anche muniti di sassi presi chissà dove, che hanno poi scagliato assieme a delle bottiglie. Salvini, dal canto suo, ha fotografato i sassi raccolti dai poliziotti postandoli sul proprio profilo facebook. «Sassi, bombe carta e molotov dei “pacifisti anti-razzisti” contro la Polizia poco fa a Rovereto, per cercare di fermare il mio comizio davanti a 500 persone. Pazzesco. E poi il “cattivo”, il “violento” sarei io. Non ci fate paura, ci fate pena» ha scritto il segretario della Lega. «Era dispiaciuto per quello che è successo - racconta Maurizio Fugatti -, anche noi siamo rimasti sorpresi. Non ce lo aspettavamo. Salvini era venuto a Rovereto una prima volta nel 2014 ed era tornato l’anno successivo. Tutto era filato liscio, e ci forse siamo illusi che la città avesse estirpato comportamenti di questo genere. Purtroppo ci sbagliavamo». A posteriori, Fugatti ammette che se avesse avuto il sentore di scontri, non avrebbe organizzato l’incontro di Rovereto. «Avremmo preferito rinunciare a un sacrosanto diritto, quello di esprimere le proprie opinioni in un incontro pubblico, in campagna elettorale, che esporre la città e quanti volevano partecipare all’incontro della Lega a dei rischi. Ringraziamo le forze dell’ordine, che hanno fatto in modo che il comizio si potesse svolgere neklla maniera più tranquilla possibile. Se non ci fossero stati gli agenti, temo che il gruppo dei contestatori sarebbe arrivato fino alla sala Kennedy» . Le indagini per identificare i violenti proseguono a cura della Digos di Trento.

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