Rovereto. Chiesa di Noriglio gremita ieri pomeriggio per l’ultimo saluto a Cesare Manfrini scomparso all’età di 99 anni. Tanti, tantissimi gli alpini che hanno voluto essere vicini al loro amico alpino “andato avanti”: molti i labari, a partire da quello di Noriglio, delle sezioni lagarine con i capigruppo e il presidente provinciale dell’Ana Pinamonti. «Tra pochi mesi Cesare Manfrini - scrive Gianni Potrich - avrebbe compiuto un secolo. Cesare era una persona conosciuta in città, una persona amata e rispettata. In Vallunga e a Noriglio, suo paese natale, era benvoluto da tutti, in particolare dagli Alpini, della cui grande famiglia era fiero di far parte. Ma anche la gente comune era affezionata a questo gigante buono e generoso. Classe 1919, aveva partecipato alla seconda guerra mondiale, prima sul fronte greco/albanese, poi in Francia. Ritornato a casa, fu testimone per quasi un secolo non solo di ciò che è stata la guerra, ma anche di quella generazione caratterizzata dal sacrificio e dalla povertà, una generazione che ha trovato nel lavoro della terra, le proprie radici, i propri valori, insomma, uno stile di vita. Cesare, per molti anni, ha lavorato come operatore scolastico alle scuole medie “Paolo Orsi”: ha seguito generazioni di ragazzi, il suo era un animo gentile sempre pronto all’ascolto. Manfrini ha profondamente amato la sua famiglia: l’immagine che ha dato di sé, è quella di un uomo autentico, leale e cordiale con tutti. Negli ultimi anni ha attraversato, con coraggio e positività, lo stretto passaggio della vecchiaia. I “suoi” Alpini di Noriglio lo hanno sempre considerato una guida, un saggio da cui ricevere utili consigli e preziosi suggerimenti. Buon viaggio Cesare, amico dalla parola dritta al cuore».