Aumentano i conflitti in casa: in soccorso arriva una task force  

Le iniziative di “Cantiere Famiglia”. Otto volontari (con psicologi, sessuologo e avvocati) rispondono alla nuova emergenza sociale: le tensioni all’interno delle coppie costrette alla “clausura” aumentano in maniera drammatica. Ecco come chiedere il sostegno dell’equipe


Anna Maria Eccli


Rovereto. Era nato, per iniziativa dei quattro decanati della Vallagarina, nel 2014. Allora aveva quasi unicamente la funzione di consultorio familiare, a supporto delle coppie in crisi, dei bambini che ne diventano inevitabilmente vittime, delle donne che hanno attraversato il dramma dell’aborto. Oggi “Cantiere Famiglia” ha allargato il fronte, diventando un punto di riferimento importante anche per rispondere alle nuove fragilità legate all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo: una task force composta da 8 volontari formati all’ascolto attivo, di stampo rogersiano, improntato al rapporto empatico e non giudicante; 3 psicologi, 1 sessuologo e 2 avvocati. Una equipe competente, attenta ai bisogni di chi chiama, disponibile ad affiancare le persone alle prese con paure e bisogni legati a una situazione impensata, impensabile, decisamente fuori scala per tutti. I volontari rispondono al 388 724 5675 tutti i giorni, ininterrottamente, dalle 8 del mattino alle 20 di sera. Un orario tanto prolungato proprio per rispondere all’emergenza sociale. Questo momento di sospensione emotiva, prima ancora che economica, rappresenta infatti il grado massimo dello spiazzamento, dello smarrimento; mancano termini di paragone e il cervello si rifiuta di non avere orizzonti, mancano certezze e, a volte, anche le persone care. Lo spavento è grande e, allora, capire che “siamo tutti sulla stessa barca”, come sintetizza don Sergio Nicolli, decano in San Marco, diventa un grande aiuto per resistere, proseguire, trovare la forza di tirare il fiato. «Oggi, nella famiglia ridotta alla clausura, i conflitti si rafforzano – ci dice don Sergio - Magari prima potevano essere latenti, mascherati. Correre di qua e di là, presi dalla frenesia della vita e del lavoro, aiutava ad accantonarli. Ora, però, emergono in maniera drammatica». Complici le preoccupazioni economiche, le case troppo piccole, i figli ribelli o una certa propensione ad arrendersi, le richieste di aiuto psicologico pervenute negli anni al Cantiere Famiglia, che sono sempre andate progressivamente aumentando, oggi ricoprono un carattere di estrema urgenza. «Nelle coppie, a volte, le possibilità di recupero ci sono – continua don Nicolli – e trovare chi è disposto ad ascoltare può essere un valido aiuto. L’equipe di Cantiere Famiglia è competente, cerca di capire le ragioni dei conflitti, diventando un’ancora di salvezza. Tuttavia le fragilità della famiglia, anche in epoca di Corona virus, sono davvero molte e se una volta si stringevano i denti e si tirava avanti, oggi ci si arrende facilmente».

Tante le fragilità

Di primo acchito sembrerebbe trattarsi di minore resilienza, ma la signora Franca Gamberoni, coordinatrice del servizio offerto da Cantiere Famiglia, ci sorprende rovesciando uno stereotipo: «Chi cerca aiuto “è” resiliente – afferma - resiste dentro! Oggi si è, magari, veloci nella risoluzione delle relazioni quando sono in crisi e si opta subito per la rottura dei legami, ma questa quarantena rivela anche una cosa diversa. Di quanta pazienza e resilienza siamo capaci! Metà delle telefonate che riceviamo in questo periodo riguardano persone che vivono da sole, obbligate ad affinare la propria personale capacità di resilienza. E lo fanno chiamandoci. Telefonare per chiedere aiuto è un ottimo modo per esistere». Come dire, per ora c’è una buona tenuta, e paradossalmente proprio le richieste d’aiuto ne sono la conferma. Cantiere Famiglia ha scelto per sé il compito non facile di attivare persone che soffrono (per beghe familiari, o al contrario per solitudine, poco importa) portandole a riscoprire in sè risorse interiori incredibili con cui reagire all’alto tasso di sofferenza. Fa ascolto profondo, ascolto attivo, non direttivo o giudicante, ma riservato e gratuito, nel rispetto delle persone e della loro capacità di autodeterminazione.













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