Tenta la traversata in infradito: salvato per un pelo

Alto garda. La controprova non è possibile è quindi non si saprà mai se ce l’avrebbe fatta o se sarebbe finito in fondo al lago. Devo peraltro i suoi amici, quando lo hanno perso di vista, lo davano...



Alto garda. La controprova non è possibile è quindi non si saprà mai se ce l’avrebbe fatta o se sarebbe finito in fondo al lago. Devo peraltro i suoi amici, quando lo hanno perso di vista, lo davano già per arrivato. Tanto da mettere in modo la macchina dei soccorsi per un probabile annegamento. E un uomo, 45 anni, disperso nel tratto di lago che separa Limone da Navene. Voleva attraversare il Garda da Ovest ad Est, hanno riferito i suoi amici, ma lo avevano perso di vista. Da Trento è arrivato l’elicottero dei vigili del fuoco, che si è messo a perlustrare il lago, mentre da Riva partivano pompieri e polizia con gommone e moto d’acqua (nella foto, le squadre al rientro). Lo hanno trovato dove doveva essere: in mezzo al lago. Per fortuna ancora in ottime condizioni di salute, anche se palesemente stremato. Martin Walsch, 45 anni di Nottingham, stava nuotando verso Navene in costume da bagno e con le infradito infilate sulle mani, per farne delle “pinne”. Lui si è quasi stupito di tanto trambusto, ma il dubbio che l’intervento sia stato decisivo nel salvargli la vita c’è tutto. Perché era più o meno a metà percorso - in quel tratto il lago è largo 3 chilometri e mezzo, ma tra onde e vento tenere una direzione esatta è praticamente impossibile e quindi per chi nuota diventano sensibilmente di più - e sembrava esausto. Praticamente “piantato”, provato sia dalla fatica che dal freddo. Di sicuro non lo ammetterà mai, ma se l’è vista davvero brutta.

La traversata del Garda non è propriamente una impresa da nuotatori estremi, ma nemmeno una passeggiata. Un discreto nuotatore, in condizioni di allenamento decenti, ce la può fare. E infatti sono in parecchi a farla. Ma le varianti sono molte. Il vento, l’onda, l’acqua, che anche ad agosto resta fredda. Già con una muta addosso le cose cambiano molto. I nuotatori “seri” si trainano anche dietro un galleggiante, sia per segnalare la propria presenza a barche e battelli, sia perché alla brutta diventa un salvagente. Ancora meglio è organizzarsi con una barca appoggio. Il turista di ieri non si è posto proprio il problema: come si trovava a prendere il sole, si è buttato in acqua.

Fortunatamente le squadre di soccorso lo hanno individuato molto rapidamente e altrettanto in fretta lo hanno portato all’asciutto. L.M













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