Arco. Incidente mortale nell’aria, a Castel Verde, in provincia di Cremona. Alessandro Tovazzi, 41 anni, tecnico di laboratorio, operaio in Dana, ex consigliere comunale e attuale candidato nella lista di “SiAmo Arco”, cugino dell’imprenditore turistico Stefano Tamburini, persona molto conosciuta nell’Alto Garda per le sue molteplici passioni sportive, è morto in seguito alle gravissime ferite riportate dopo lo schianto dell’aereo che lo aveva appena liberato nell’aria per un volo con la sua “track-suit”, una particolare tuta alare da lancio di paracadutismo. Nell’incidente è rimasto ucciso anche il pilota dell’aeroplano, Pilatus PC-6, un nove posti, sul quale aveva preso posto Tovazzi insieme ad un gruppo di amici paracadutisti. Tovazzi, con la sua tuta alare, è stato l’ultimo a saltare dal velivolo. Per cause che dovranno stabilire gli investigatori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), dopo essere uscito dalla cabina, Tovazzi è venuto a contatto con l’ala dell’aereo, spezzandola. Il piccolo velivolo ha preso fuoco ed è precipitato al suolo, schiantandosi e frantumandosi in vari pezzi. Il corpo di Tovazzi è stato ritrovato a un chilometro di distanza dallo schianto. Per lui non c’era più nulla da fare.

Gelo in città

La notizia della morte di Tovazzi è arrivata come una doccia gelata in città, dopo poche ore dall’apertura dei seggi per le elezioni del prossimo sindaco di Arco. Incredulità, sgomento, profonda tristezza. Ma soprattutto incredulità. Il 41enne arcense, infatti, era conosciuto come persona meticolosa, calcolatore, prudente, «un pezzo di pane di persona». «Fa effetto sapere come è morto, in un modo così tragico - spiega il sindaco di Arco, Alessandro Betta - lo conoscevo bene, perché era un appassionato di quello che faceva. Sia sul lavoro, sia nella politica, sia nello sport. Ho avuto modo di apprezzare le sue doti umane in occasione dei consigli comunali. Spesso ci fermavamo a fare quattro chiacchiere, mi piaceva il suo modo di ragionare, sempre costruttivo e pacato, parlando sia di politica, sia di sport. Mi aveva anche parlato della sua nuova passione, quella per il volo. Nel suo modo di raccontare le cose trasmetteva la sua anima, la sua passione, la sua attenzione anche per i piccoli dettagli. Era una persona con la testa sulle spalle, educato».

Il volo in tandem

Lo sport scorreva nelle sue vene. Sky diver, jumper, sommozzatore, bagnino: aria e acqua erano i suoi elementi principe. Negli ultimi anni il monte Brento era il suo luogo magico. «L’Ale lo conoscevo da tanti anni - racconta Maurizio Di Palma - Si era avvicinato al Base Jumper circa tre anni fa. Una persona super-meticolosa, super-precisa. Qui siamo rimasti tutti molto colpiti dall’incidente, anche perché ci sarebbe stato un errore alla base dell’incidente. L’aereo sarebbe sceso troppo velocemente, investendo l’Ale con l’ala. Solo così poteva succedergli un incidente, perché lui era una persona che piuttosto che fare un passo avanti ne faceva uno indietro. Era stato bagnino, sommozzatore esperto, paracadutista provetto. Ne ha fatte di ogni, sempre con la testa sulle spalle. Mai avuto problemi. Lo definirei un “conservativo”». Tovazzi “saltava” spesso da Base Brento. «Ci vedevamo spessissimo, quasi tutte le settimane - racconta ancora Di Palma - sabato, per esempio, abbiamo saltato insieme, in tandem, in Pianura Padana. Poi lui è ripartito per raggiungere gli amici a Cremona. Perché oggi (ieri, ndr) si sarebbe lanciato con la sua track-suit dall’aereo, perché faceva parte del percorso di avvicinamento al monte Brento».

Niko Posenato, responsabile del servizio “Spiagge Sicure”, lo ricorda con affetto. «Era una persona che usava la testa quando faceva le cose, ha lavorato per noi 18 anni come bagnino, al lago, in spiaggia e sul gommone. Una tragedia allucinante».