Marco, l’ultima telefonata è alla mamma
Dopo le 14 dai tabulati non risultano altre chiamate. Ieri una maxi battuta di ricerca con 50 persone: nessuna traccia
RIVA. In cinquanta lo hanno cercato per l’intera mattinata di ieri, battendo tutta la zona intorno al monte Brione e anche ogni metro di bosco sopra Riva, dal sentiero della Maddalena fino alla torre della Pinza, valico per Campi e il territorio tennese, con l’abitato di Pranzo all’orizzonte. La ricerca è durata cinque ore, dalle 8 alle 13, e non ha lasciato nulla di intentato o di inesplorato. Ma di Marco Boni neppure una traccia.
Dello studente di Tione, scomparso da Riva venerdì scorso, dopo una mattinata di lezioni al liceo classico Maffei, non si ha più notizia ormai da sei giorni e si fa sempre più grande l’angoscia della comunità trentina, che sta seguendo con apprensione la vicenda.
Le indagini coordinate dalla Questura di Trento finora non hanno fornito i risultati auspicati. Gli inquirenti sono finalmente entrati in possesso dei tabulati telefonici appurando, purtroppo, ciò che già si sospettava ovvero che Marco Boni, venerdì pomeriggio, ha parlato soltanto con la madre, poco prima delle 14 (per confermare l’appuntamento delle 16.30 nella casa dell’Albola, dove mamma e figlio si sarebbero dovuti incontrare per poi fare rientro a Tione), e poi basta: non vi è stata nessun’altra telefonata, in entrata o in uscita, a spiegare i successivi spostamenti del ragazzo, quelli coincidenti con il momento della sua scomparsa. Rimangono dei dubbi, però, sulla possibilità che Marco abbia utilizzato “whatsapp” per inviare dei messaggi (oppure per telefonare), visto che risulta, intorno alle 15, lo stato “online” del suo cellulare, anche se potrebbe essersi semplicemente collegato senza alcuna necessità telefonica. Purtroppo, però, questi dati non sono nella disponibilità degli inquirenti.
Tutta da verificare, poi, la pista bresciana che porta a Vallio Terme (ne scriviamo sotto) mentre è stata analizzata ed accantonata quella del monte Brione, sulla base della testimonianza di una donna di Linfano che ha udito, sabato, un urlo provenire dalla parete est della montagna. L’intera zona, ieri mattina, è stata nuovamente setacciata, anche con l’ausilio dei droni, durante la maxi ricerca che ha visto impegnati, complessivamente, cinquanta uomini di Soccorso alpino, Guardia di Finanza, Polizia, vigili del fuoco, Scuola provinciale cani da ricerca e catastrofe e Nuvola. Anche la zona della Maddalena è stata setacciata palmo a palmo, suddividendola in venti aree, ciascuna delle quali è stata affidata a squadre composte da due uomini più un cane (molecolare o da ricerca). La superficie di bosco subito sopra Santa Maria Maddalena, scendendo dal bivio fra il sentiero in cemento che porta a Campi e quello in sassi e terra verso la capanna di Santa Barbara, è stata battuta in particolare da Piuma, un pastore del Lagorai, con il suo padrone della Scuola provinciale e da uno degli uomini della Stazione di Riva del Soccorso alpino che in questi giorni si sono prodigati nelle ricerche del sedicenne. In altri punti della montagna, invece, si sono rese necessarie le calate in parete, sforzi profusi generosamente ma senza esito.
La notizia della scomparsa dello studente trentino è stata ripresa, ieri, dalla trasmissione “La vita in diretta”, su Rai 1. Collegati da Riva, di fronte all’ingresso del liceo classico Maffei (la succursale all’ex ospedale) c’erano alcuni compagni di classe, che hanno rilanciato l’appello a Marco («Tutti noi abbiamo dei piccoli problemi, se Marco ha deciso di andarsene significa che ne aveva uno più grande: torna, ti aiuteremo ad affrontarlo»), e il direttore del Trentino Alberto Faustini, per una lettura giornalistica di questa vicenda che ogni giorno si fa più complicata e preoccupante.
Le ricerche (anche quelle nel lago di Garda) si sono fermate alle 13 di ieri. Stamattina, al Commissariato del Governo di Trento, si terrà un altro vertice per decidere il da farsi.
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