LA PROTESTA

Ristoratori ed esercenti trentini pronti a scendere in piazza a Roma: “L’incertezza fa male più delle chiusure”

Confcommercio del Trentino: “Dateci le date della riapertura e strumenti concreti per sostenere la liquidità delle imprese”

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TRENTO. Ci saranno anche i vicepresidenti di Confcommercio Trentino Marco Fontanari, presidente dell’Associazione ristoratori del Trentino, e Fabia Roman, presidente dell’Associazione pubblici esercizi del Trentino, in piazza a Roma, il 13 aprile prossimo, per l’assemblea straordinaria di FIPE-Confcommercio. «Il combinato di incertezza e mancanza di prospettive - spiega Fipe - fa male quasi più delle chiusure. La situazione è complessa, ma senza prospettive certe e credibili si finisce nel caos».

A poco meno di 6 mesi dalla manifestazione #SiamoATerra che ha visto la partecipazione di migliaia di imprenditori in 24 diverse città italiane, Fipe-Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici Esercizi, torna in piazza per dare coralmente volto e voce all’esasperazione di un settore in ginocchio. Il prossimo 13 aprile è stata convocata a Roma l’Assemblea Straordinaria della Federazione per chiedere direttamente al governo, e alla politica in generale, un impegno preciso: una data della ripartenza e un piano per farlo in sicurezza.

Sarà una forma di protesta ordinata e costruttiva, coerente con lo stile di una Federazione che ha sempre cercato un confronto con le istituzioni, rifuggendo populismi, polemiche e strumentalizzazioni e che oggi vuole dare un altro segnale forte.

«Porteremo anche la voce delle imprese trentine - spiegano i presidenti Roman e Fontanari - perché anche le nostre aziende sono in una situazione di estrema difficoltà. C’è bisogno di avere certezza sul piano di riapertura e di strumenti concreti per sostenere la liquidità delle imprese».

«Da mesi FIPE diffonde incessantemente la voce e i bisogni delle imprese del settore sui media, presso le istituzioni e sui territori – spiega il presidente FIPE Lino Enrico Stoppani -. Sentiamo però la responsabilità di dare un segnale forte e pubblico davanti all’ultimo decreto del Governo che rinvia nuovamente la riapertura dei ristoranti e dei bar ad eventuali decisioni del Consiglio dei Ministri. Non si può continuare a lanciare la palla in avanti, perché le imprese non sono in un campo di gioco, ma in una palude, dove sprofondano ogni giorno di più, mentre gli indennizzi non bastano certamente a risollevarle. L’incertezza ha ormai un peso economico e psicologico insostenibile per decine di migliaia di imprese serie che hanno bisogno di programmare per tempo la loro attività. Possiamo riaprire ed assumerci l’impegno di farlo in sicurezza, tra distanziamenti e rafforzamento dei protocolli. Viceversa, senza prospettive certe e credibili e lo sforzo di costruire insieme una soluzione, si finisce nel caos».

«Siamo fuori tempo massimo - ha dichiarato nei giorni scorsi il vicepresidente FIPE Aldo Cursano - vogliamo che al Governo arrivi un messaggio forte e chiaro pur mantenendo il nostro stile composto e corretto. Vogliamo dire che il Paese siamo noi, l'Italia è di chi lavora e di chi vive il territorio ogni giorno. L’obiettivo prioritario per i pubblici esercizi è la ripartenza, c’è l'inderogabile necessità di avere una data di ripartenza, è un elemento fondamentale per ogni singola attività, specialmente per bar e ristoranti che hanno bisogno di giorni per rimettersi in moto».













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