Piste da sci in Trentino, i sindaci ora dicono sì: "Riaprire con responsabilità"
A Vermiglio e Campitello (nella foto i test di maggio) si guarda positivamente alla data del 18 dicembre voluta dalla Provincia ma fortemente osteggiata dall'ordine dei medici
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TRENTO. Travolti dai contagi nella prima ondata di marzo tanto da essere stati sottoposti a uno speciale screening in maggio, ora i sindaci delle principali stazioni scistiche, come Campitello di Fassa, Canazei e Vermiglio, sono pronti a riaprire gli impianti, dopo che la Provincia ha già individuato nel 18, per il week end prima di Natale, la data di avvio della stagione, suscitando la decisa protesta dell'ordine dei medici.
Tra i sindaci c'è decisione ma anche prudenza. «Avendo sottomano anche i dati dei tamponi rapidi, posso dire che ad oggi da noi la situazione è molto buona. Essendo stati travolti in pieno dalla prima ondata, forse siamo un po' meno "delicati"», ci dice Ivo Bernard, sindaco di Campitello di Fassa. «Noi stiamo lavorando per riaprire non appena si potrà perché ritengo si debba dare un segnale di ottimismo. Un comportamento responsabile può fare la differenza. Noi ci stiamo attrezzando per avere il distanziamento quando si è in fila per gli impianti, per evitare code o assembramenti».
Anche Michele Bertolini, primo cittadino di Vermiglio, ritiene che, con le giuste regole e il rigore si possa far ripartire il settore sciistico: «Per me il bene primario è comunque la salute dei cittadini. In questo momento nella nostra comunità fortunatamente è tutto abbastanza sotto controllo, abbiamo 6-7 casi di persone che comunque stanno bene. Dobbiamo trovare un equilibrio, io penso che l'assessore Failoni e il dottor Ferro abbiano pesato tutte le variabili e le possibili soluzioni». Per quanto riguarda le regole, il sindaco ritiene che i due momenti da tenere sotto controllo siano la pausa pranzo e l'apres-ski.