Picchia la moglie e la chiama "serva", quarantenne allontanato da Trento
Secondo quanto emerso dalle indagini della polizia l'uomo l'avrebbe anche costretta a subire rapporti sessuali. Uno dei figli minori inoltre sarebbe stato rimproverato con epiteti ingiuriosi
TRENTO. La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trento, ha dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di dimora a Trento per un cittadino albanese di 40 anni. Le indagini della Squadra Mobile della Questura di Trento sono state avviate allorché la vittima, anch’essa di nazionalità albanese e moglie dell’uomo destinatario della misura restrittiva, stanca delle vessazioni e violenze subite da lei e dai figli, ha deciso di denunciare alla Polizia quanto patito.
La donna, in seguito all’ennesima percossa infertagli dal coniuge, si è diretta in Questura per denunciare l’accaduto, ove ha raccontato agli investigatori della Squadra Mobile una lunga scia di episodi che l’hanno vista, così come i figli, vittime di angherie, violenze fisiche e psicologiche nonché, nei confronti della donna, anche di costrizioni ad avere rapporti sessuali con il coniuge.
Nel corso dell’audizione sono emersi numerosi episodi in cui l’uomo si è reso protagonista di violenze psicologiche attraverso comportamenti autoritari, fino ad apostrofare come “serva” la moglie, tali da costringere la moglie ad uno stato di sottomissione e prostrazione psicologica. I comportamenti violenti dell’uomo non hanno risparmiato neppure uno dei figli minori, rimproverato con ripetuti epiteti ingiuriosi.
Dalle indagini della Polizia di Stato, incentrate sull’audizione delle vittime nonché di testimoni, tra cui anche la sorella della donna, è scaturito anche un completo disinteresse del cittadino albanese per il benessere della famiglia, trascurata ripetutamente con allentamenti da casa senza motivo.
Nell’estate del 2019 l’uomo ha addirittura minacciato di morte la moglie, percuotendola violentemente, arrivando a prenderla per il collo. Inoltre, in più d’una occasione l’ha seguita controllandone movimenti ed impedendole di poter vivere una vita di relazione con altre persone.