Villa Rosa, Mazzini lascia «Ma qui un grande futuro»
Dall’1 gennaio in pensione il direttore dell’Unità operativa neuro-riabilitativa guidata per 18 anni. Già avviata la selezione a livello nazionale per sostituirla
PERGINE. La dottoressa Nunzia Mazzini lascia l’incarico di direttore dell’Unità operativa “neuro-riabilitativa” dell’ospedale Villa Rosa. Era approdato all’Azienda sanitaria trentina nel 1992; aveva lavorato al Villa Igea e al Santa Chiara; nel 2000 aveva ricevuto l’incarico di direttore al Villa Rosa subentrando all’allora primario Antonio Mossetti. Con il 1° di gennaio, la dottoressa è in pensione. Al suo posto, come “facente funzioni”, Giovanni Guandolini. La dottoressa precisa che l’Azienda ha già avviato la procedura per la copertura del posto da lei lasciato libero, attraverso una selezione a livello nazionale. «Nel giro di alcuni mesi arriverà un nuovo direttore».
Per 18 anni, dunque, Nunzia Mazzini si è occupata del “Villa Rosa”. E quindi anche l’intera operazione del trasferimento dei pazienti dalla vecchia sede sul “Zucar” (aperta nel 1956) a quella nuova in via Spolverine costruita dove prima era la Falegnameria Fruet. «Non è stato semplice - ammette la dottoressa - perché trasferire pazienti di un ospedale risulta sempre molto complesso. Personale medico, e sanitario in genere, ma anche gli altri interessati, hanno risposto ottimamente e con loro siamo riusciti a superare ogni possibile ostacolo. Del resto siamo entrati in un nuovo edificio funzionale e confortevole. Sono subentrata alla gestione del dottor Mossetti e devo riconoscergli il grande lavoro svolto, di lui ho un ottimo ricordo proprio perché è stato artefice di un’operazione di riorganizzazione che ha comportato scelte importanti per l’attività del Villa Rosa». E poi i pazienti: «In questi anni abbiamo accompagnato nel loro percorso di riabilitazione moltissimi pazienti, li abbiamo aiutati in momenti difficili. Da loro abbiamo imparato molto. E devo dire che il personale lavora con costanza, passione e preparazione. Lascio con la consapevolezza che Villa Rosa andrà avanti al meglio. Personalmente lascio ottimi rapporti di amicizia qui e in azienda».
Dalle sue considerazioni traspaiono momenti di commozione. Del resto plausibili dopo 18 anni di lavoro in un settore particolarmente delicato. Uno sguardo al futuro: «Villa Rosa ha molte potenzialità. È punto di riferimento unico per post-acuzie nell’area nord del Trentino, ci occupiamo di pazienti con gravi disabilità neurologiche. Villa Rosa è importante anche nel contesto della comunità perginese». Nelle sue parole, non poteva mancare il riferimento a “Nemo”, il NEuro Muscular Omnicenter che probabilmente aprirà a Villa Rosa il prossimo anno. In Italia, sono cinque (Milano, Roma, Genova, Messina e Torino): «Il Nemo rappresenta un tassello importante per Villa Rosa nella cura di pazienti con problemi neuromuscolari genetici o acquisiti. Potenzierà l’offerta di cura in atto. Sarà collegato a Telethon e allargherà quindi l’orizzonte che comprende i rapporti con l’Università di Trento, la Fondazione Kessler, l’Istituto italiano di tecnologia».
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