«Serve un piano strategico che rilanci il centro città» 

Commercio. Nadia Delugan del Copi: «Il cuore storico di Pergine è un patrimonio comune che ha bisogno di tornare ad avere una identità forte che lo renda ben visibile e individuabile»


Franco Zadra


Pergine. Il quadro complessivo del commercio cittadino, secondo la feacente funzioni di presidente del Consorzio operatori Pergine iniziative, Nadia Delugan, è abbastanza positivo, ma «occorre fare attenzione – dice – ad alcuni aspetti che andrebbero meglio indirizzati per ritrovare una identità forte dei perginesi che sono forse troppo poco consapevoli delle vere potenzialità del loro territorio».

«La ripartenza dopo il lockdown – aggiunge Delugan – è stata buona. C'è un po' in tutti la voglia di ripresa, di tornare alla normalità, anche se si è più attenti a risparmiare. Si è allentata anche quella paura di mettere piede fuori casa e si torna a prendere il caffè al bar. Pesa il calo del potere d'acquisto che si registra in definitiva su tutto il territorio nazionale, e anche in città si nota la riduzione della spesa media delle famiglie, pensando anche al fatto che alcuni sono tuttavia in cassa integrazione. La contrazione dei consumi, però, non è cominciata quest'anno con il lockdown, ma si riscontra già da diversi anni. Siamo ora nel periodo di sconti e saldi e, a seconda della categoria merceologica, qualcuno ha iniziato già da qualche giorno. Anche la ristorazione si sta pian piano riprendendo. Con l'inizio delle scuole vi è poi sempre un piccolo incremento nella vendita di articoli e servizi legati alla ripresa dell'anno scolastico, libri, cartoleria, trasporti, ma anche, per esempio, per l'abbigliamento o le scarpe. Non ci sono state vittime, che io sappia, di negozi chiusi per il lockdown. Chi ha chiuso lo ha fatto da prima e per vari motivi, come in alcuni casi il cessare l'attività per raggiunti limiti d'età. Però non ci sono state nemmeno nuove aperture e questo è il segnale più ovvio delle difficoltà del momento».

«In questo delicato momento – aggiunge Delugan – si guarda in maniera diversa all'esercizio pubblico e qualche apertura verso gli esercenti c'è stata. Siamo fiduciosi anche nel cogliere quei segnali che provengono dall'amministrazione che agevolano i commercianti nel disbrigo delle pratiche burocratiche comunque legate a normative e vincoli che il dipendente pubblico deve sempre applicare. Plateatici e occupazione gratuita del suolo pubblico come è stato per l'organizzazione dei giardini all'aperto, sono incoraggianti. Un'ottima idea, molto apprezzata dai commercianti, è stata quella dell'amministrazione di mettere i parcheggi in centro storico non più a pagamento, regolati comunque dal disco orario, rinunciando all'introito dei parchimetri, e agevolando l'afflusso e la circolazione degli avventori occasionali, come anche dei turisti».

«Come ho già ribadito altre volte – ricorda Delugan – non sussiste una necessità in centro storico di avere le aperture domenicali, ma il fatto di sottostare alla normativa che ci esclude dai centri turistici ci ha impedito di tenere aperti i negozi il sabato di Ferragosto, cosa che avevamo chiesto dieci giorni prima, mentre la legge prescrive una comunicazione concordata tra sindacati e rappresentanti di categoria da fare quindici giorni prima, quindi il Comune non ha potuto accogliere la nostra richiesta. Al di là di questo, rimane un peccato che Pergine, come Trento e Rovereto, non siano considerate turistiche, perché tutto il territorio del Trentino lo può e dovrebbe essere».

«Vorrei lanciare un appello – conclude Delugan – a quella che sarà la futura amministrazione per una particolare attenzione a quella che è la perla di Pergine, il suo centro storico, nostro patrimonio comune che non ha nulla da invidiare ad altre realtà vicine e che tutti dovremmo valorizzare e rilanciare. Occorre un piano strategico per tornare ad avere una identità forte che ci renda ben visibili e individuabili, che ancora non c'è, a partire dal centro storico».













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