«Per l’alberghiero è nel dna l’alternanza tra scuola e lavoro»
Le esperienze in hotel da sempre quotidianità per l’Istituto di Levico. Samaden: «Ottima intesa con gli operatori locali»
LEVICO TERME . Se c’è uno stereotipo molto in voga – non vogliamo dire se sia fondato o meno - è quello che la recente riforma della scuola sia uno sfacelo, e la sensazione diffusa è che la “buona scuola” si sia risolta in un fallimento totale. «Uno degli aspetti innovativi della riforma – dice Federico Samaden, dirigente dell’istituto di formazione professionale alberghiero – è quello di aver introdotto l’alternanza scuola lavoro con 400 ore da passare in azienda nel corso del periodo formativo, ma spesso si tratta di soluzioni scollegate dal piano di studio, mentre per il nostro istituto il rapporto scuola lavoro è qualche cosa che abbiamo nel Dna da sempre».
«Le scuole di formazione professionale – continua Samaden – volute fortemente da Bruno Kessler, sono in dialogo con le aziende sul territorio da più di trent’anni. Abbiamo 120 ore in azienda per gli studenti al terzo anno e 400 per quelli al quarto. Si devono poi considerare gli stage estivi, e l’apprendistato in sistema duale, voluto due anni fa dall’amministrazione provinciale, cioè un anno di lavoro, pari a 1.900 ore in parte retribuite, in azienda per gli studenti che lo scelgono al quarto anno, comprensivo di 500 ore di lezione in istituto così da conseguire comunque il diploma, al pari di chi invece opta per il percorso didattico tradizionale».
L’istituto alberghiero di Samaden è presente su tre territori della provincia, oltre a Levico anche Roncegno e Rovereto. «Il nostro modello – dice ancora il dirigente -, essendo una scuola provinciale, è lo specchio dell’idea che la Provincia ha di come formare un ragazzo o una ragazza alla professione, e l’obiettivo principale è che questi crescano, magari andando anche a fare esperienza all’estero, e poi ritornino sul territorio poiché rappresentano un capitale umano indispensabile». Ma gli imprenditori locali come rispondono? «Gli imprenditori – speiga Samaden – stanno crescendo su questa idea, e credo che sia arrivato il momento per loro di riconsiderare il ruolo formativo che sono chiamati ad agire sul territorio. Il mio sogno è quello di arrivare a “territori educanti” dove, per esempio, sono gli albergatori a servizio della scuola, e si smetta invece di considerare la scuola come una vacca da mungere, come fornitrice di manovalanza gratuita».
«Per quanto riguarda Levico – conclude Samaden – vi è un’ottima intesa con il presidente di Asat, Walter Arnoldo. L’anno scorso abbiamo avuto 8 studenti in percorso duale, mentre quest’anno sono 16, la metà dei quali al Grand Hotel Imperial. Ma là sono tedeschi e la loro concezione è da sempre quella di Albergo scuola, con un sistema di tutoraggio che vede gli studenti alternarsi tra le varie mansioni così che possano ricevere una formazione il più completa possibile».