Per gli allevatori un 2019 con risorse più limitate
A Borgo la prima assemblea annuale dell’Unione del presidente Michel Pedrin Mauro Fezzi: «Manca mezzo milione di euro per l’attività della Federazione»
BORGO. Si è tenuta ieri mattina l'annuale assemblea dell'Unione Allevatori Bassa Valsugana e Tesino, la prima di Michel Pedrin nella veste di presidente. Giovanissimo, appena 23 anni, Pedrin è di Scurelle ma la sua azienda dal 2018 si è trasferita ed ampliata a Castelnuovo. Eletto nel marzo scorso, prendendo il posto di Antonio Cenci, ha al suo fianco quali membri del direttivo Renato Costa, Beppino Dalprà, Daniela Debortoli, Federico Lenzi, Ottavio Ropelato, Alessandro Sandri, Roberto Sandri, Pietro Stefani, Silvio Tomaselli, Daniele Dalcastagnè, Cornelio Dissegna, Silvio Stroppa e Fausto Tomaselli.
Nel suo intervento il presidente ha relazionato sull'attività 2018, tra cui spiccano le mostre autunnali di bovini e cavalli (con la novità del campionato provinciale puledri di razza Haflinger) e l'attività dei giovani allevatori che fanno parte dello Junior Club Trentino.
All'incontro, ospitato nella sede dell'associazione agraria, la grande assente era l'assessore provinciale Zanotelli, che non ha potuto essere presente. Dal canto suo il presidente della Federazione Provinciale Allevatori Mauro Fezzi è intervenuto toccando più tasti. In primis ha ricordato la chiusura positiva del 2018 mentre, ha spiegato, «Il 2019 si apre con un rapporto con la Provincia più complicato. Manca mezzo milione di euro per l'attività della Federazione e confidiamo che con l'assestamento si arrivi ad una soluzione positiva». Insomma le risorse sono sempre più limitate, ed anche sul Piano Sviluppo Rurale "il piatto piange" visti i tagli ai fondi.
Ciò che da subito la categoria dovrà affrontare è l'aumento del costo di trasporto ed incenerimento degli animali morti: costi che le ditte che si occupano di questo servizio hanno raddoppiato. La Provincia copre il 100% del trasporto ed il 75% dell'incenerimento, con il rimanente 25% in carico agli allevatori. «Con il 1° marzo siamo obbligati ad un aumento, praticamente un raddoppio, della tariffa. La Federazione, senza contributi, non è in grado di sopportare questi costi» ha precisato Fezzi. Il costo per gli allevatori passerà da 10 a 20 euro per i grossi capi, da 2 a 4 euro per i piccoli. Rimangono invece invariati a 2 euro gli ovicaprini, così come gli avicunicoli.
Si è quindi ricordata la profonda riorganizzazione del sistema allevatori a livello nazionale, le ripercussioni su quello trentino e il rinnovamento che si prospetta a maggio nella Federazione Trentina, viste le numerose figure (tra cui lo stesso Fezzi) in scadenza.
Il direttore della Federazione Massimo Gentili e il responsabile commerciale Fabio Stancher hanno relazionato sui controlli effettuati, l'andamento delle aste e l'attività commerciale. In particolare è stato sottolineato il difficile momento per quanto riguarda il prezzo dei vitelli, mai così basso da almeno 20 anni a questa parte e le novità che partiranno a breve per quanto concerne l'obbligo di comunicazione che gli allevatori devono fare in merito all'utilizzo delle deiezioni, tema che sarà approfondito giovedì 28 alle 10 nella sala dell'associazione agraria.
La responsabile dell'ufficio agricolo di Borgo Stella Caden ha quindi riferito su tempi e modalità delle domande di contributo: dalle indennità compensative a quelle di sfalcio ed alpeggio, dai bandi Gal fino alle segnalazioni dei danni provocati dalle calamità di fine ottobre. Per quanto riguarda invece le domande di insediamento e quelle per investimenti in macchine, stalle, depositi, ha spiegato come, rispetto alle altre valli trentine, in Valsugana non siano giunte molte domande. «La situazione non è brillante, sono arrivate poche domande e dispiace. O non c'è propensione o non c'è possibilità di fare investimenti» ha concluso.