levico terme - sradicati i grandi alberi nel parco in riva al lago 

Il Parco Segantini ora non è più lo stesso

LEVICO TERME. Il lungo lago di Levico Terme mostra nella sua gravità tutti i segni della tempesta abbattutasi negli scorsi giorni. Una dozzina sono, infatti, gli alberi abbattuti nel Parco Segantini,...


di Luigi Carretta


LEVICO TERME. Il lungo lago di Levico Terme mostra nella sua gravità tutti i segni della tempesta abbattutasi negli scorsi giorni. Una dozzina sono, infatti, gli alberi abbattuti nel Parco Segantini, in qualche caso precipitati in parte dentro il lago bloccando la passeggiata. E si tratta per quasi tutte le piante dei pini che si trovavano sul lato a nord della passeggiata lacustre e che formavano il piccolo boschetto che turisti e visitatori incontravano per primo scendendo sul lago, le cui radici hanno ceduto letteralmente di schianto alla azione del vento, trascinando con sé buona parte della cotica erbosa che li circondava e lasciando al loro posto buche oggi mestamente coperte d’acqua. Ma non è stata solo l’azione del vento a procurare i danni: la caduta dei grossi alberi, i cui fusti presentano diametri mediamente da sessanta ad ottanta centimetri hanno, infatti, coinvolto anche altri pini cresciuti nelle loro immediate vicinanze, il cui tronco ha ceduto di schianto, come se fosse stato colpito da un fulmine che ha lasciato al suo posto un troncone alto circa un metro, completamente scheggiato.

Surreale poi il confronto tra il lato sud della passeggiata, vicino al Lido e al campeggio e quello a nord, senz’altro il più colpito. Ad uno scenario di vero e proprio disastro si contrapponeva, infatti, una vista di apparente normalità con nessun albero caduto, l’acqua limacciosa e un po’ più alta del solito sino a sfiorare la cordonata in murature, qualche piccolo ramo sull’erba, ma con persone e passeggio e bambini che sfamavano anatre e folaghe accorse come sempre numerose in queste occasioni. Evidente quindi che il diverso apparato radicale che sostiene tigli e faggi, oltre che lo sviluppo dei rami assai più aperti rispetto alla compattezza dei pini ha permesso sia alle piante di alto fusto di meglio resistere, sia al vento di fare meno presa, risparmiando le piante. Un dato di cui occorrerà forse tener conto anche nell’opera di messa a dimora di nuove piante di alto fusto al posto di quelle cadute, soprattutto se simili fenomeni atmosferici dovessero ripetersi con più frequenza, come preconizzato dai metereologi.

Il danno economico non si limita comunque alla sola spesa di rimozione degli alberi caduti e nella messa a dimora di nuove piante. Per Levico gli alberi del lungo lago, come nel Parco Asburgico, sono parte di quel paesaggio che è uno degli elementi caratteristici che formano l’attrazione turistica della cittadina, patrimonio che richiederà cure, e soprattutto molto tempo, per potere essere ristabilito.















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