Il castello non chiude e diventa oggetto  di uno studio storico 

La continuità ricettiva sarà garantita dagli attuali gestori e gli Amici della Storia ricostruiranno il ’900 del maniero


di Roberto Gerola


PERGINE. «Il Castello di Pergine riaprirà le porte: è nell’interesse di tutti e soprattutto della proprietà». In questo senso le considerazioni di fine anno da parte di Manuela Dalmeri che insieme a Carmelo Anderle (presidente) rappresenta la conduzione delle trattative in corso per l’acquisizione del manufatto. Considerazioni di fine anni dopo la lettera che il Comitato Castel Pergine ha inviato all’avvocato Ulrich Benz e che dovrebbe trovare risposta fra qualche giorno. I termini riguardano aspetti finanziari. Sono quelli sui quali da mesi si è alla ricerca di definizione perché sul resto l’accordo c’è. Il “resto” è rappresentato dalla ferma volontà di riproporre il castello come struttura ricettiva, oltre che come testimonianza storica e centro culturale in senso lato. Una volta acquisito, la gestione è assicurata anche perché l’appoggio degli attuali gestori Theo e Verena c’è già, insieme al personale. Impensabile, infatti, che la coppia e lo staff abbandonino il campo proprio ora.

Da considerare inoltre che Comitato e Amici della Storia hanno tutta l’intenzione di elaborare uno studio sul Castello e la sua storia relativo al secolo scorso. «Perché - spiegano -, a differenza di tanti altri castelli che pur bellissimi hanno visto fermare la propria storia, per il Castello di Pergine, la storia nel 1900 è stata ricchissima di eventi e le testimonianze non mancano. Tanto che scriverla non rappresenta un problema dal punto di vista del materiale. Occorre metterci mano, ma con gli Amici della Storia, questo è possibile, anche per l’apporto che la stessa Verena può dare e darà».

Proporre alla comunità perginese (ma non solo) la storia recente del castello rappresenta un evento unico in Trentino soprattutto per i personaggi, gli enti e le istituzioni che in qualche modo si occuparono dello storico manufatto. Pensare al personaggio Krishnamurti (una ricerca è in corso) è sufficiente.

Gli obiettivi che la Fondazione aveva in qualche modo individuato all’inizio dell’operazione “acquisizione” si sono quindi affinati al di là della gestione alberghiera, per altro importantissima, evidentemente, e che rappresenta il punto di forza per il passaggio del castello dalla famiglia Oss al Comitato. Passaggio che se è ancora in fase di studio, registra tuttavia numerose adesioni. I sottoscrittori hanno raggiunto quota 729 proprio l’ultimo giorno utile dell’anno. Anche se 8 sono stati i recessi (per 3.900 euro) non determinanti evidentemente, ma fisiologici dopo il cambio di rotta. La quota raggiunta si avvicina ai 200.000 euro (sul sito sono visibili i movimenti) ma anche le esortazioni a proseguire non mancano.













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