Gli utili delle partecipate non andranno alla cultura 

Bocciata la mozione delle opposizioni. Approvata invece la proposta di modifica del regolamento che adesso permette di finanziare anche l’acquisto del castello


di Roberto Gerola


PERGINE . Bocciata dalla maggioranza delle civiche la proposta di dedicare una parte degli utili dalle aziende partecipate al finanziamento di iniziative che proponessero di acquisire o migliorare il patrimonio culturale. L’iniziativa è stata illustrata l’altra sera in sede consiliare da Marina Taffara a nome delle opposizioni (Pd, Patt e Upt) come aggiunta alla modifica proposta dalla maggioranza, del regolamento per la promozione culturale e la biblioteca. In particolare, il provvedimento sottoposto all’esame del consiglio comunale riguardava il capitolo (del regolamento) che consente «di concedere contributi per la costruzione, l’ammodernamento, l’acquisizione, la conservazione o il miglioramento, ad esclusione dei beni riferibili all'attività economica, fino a una misura massima inferiore al 70 per cento del valore di acquisto».

L’ordine del giorno, presentato con urgenza, prevedeva di dedicare (allo scopo) una parte percentuale dal 5 al 10% circa degli utili derivanti dalle aziende partecipate del Comune di Pergine. Il nuovo documento è stato esaminato dalla maggioranza nel corso di una breve sospensione dei lavori e quindi bocciato. Le ragioni sono state espresse dall’assessore Elisa Bortolamedi. «Apprezziamo - ha detto - la condivisione dell’attività culturale proposta attraverso la commissione». Dopo aver elencato le iniziative culturali ha concluso affermando: «Purtroppo si userebbero fondi destinati alla spesa corrente come investimenti in conto capitale e, vista la situazione finanziaria, non siamo d’accordo nell’accettare la proposta». La votazione ha visto 13 voti contrari (la maggioranza), 1 astensione (la Lega Nord) e 6 voti a favore (Upt, Pd e Patt). Successivamente è stata illustrata la modifica al regolamento (come recitava la proposta di delibera) con l’astensione di Marco Casagrande (Pd) e tutti gli altri a favore. In questo modo, anche se non è stato accennato, viene facilitata la possibilità di erogare un contributo per l’acquisizione del castello.

In apertura dei lavori, dopo la risposta ad alcune interrogazioni e il rinvio delle altre (disservizio Amnu, edificazione di nuove case, accordi con Università e costo gestioni associate), la ratifica della variazione di bilancio e quindi il Dup (documento unico di programmazione).

Qualche critica da parte delle opposizioni circa “carenze” nella parte strategica circa taluni obiettivi, ma anche perché non si capisce (dal documento) dove Pergine voglia andare come programmazione visti anche i non più consistenti aumenti della popolazione che si registrano annualmente.

Il segretario Giuseppe Dolzani è intervenuto per dare qualche spiegazione sul significato, i contenuti e la “vita” del Dup. Alberto Frisanco (Civiche) ha invece colto l’occasione per sollevare il problema del nuovo Villa Rosa che si trova in “competizione” con l’Eremo (società privata che fa utili per 1,8 milioni di euro) di Arco che vuole ampliare la propria azione oltre l’attuale 75% a livello trentino. “Un problema questo che andrebbe discusso”, ha detto, trovando l’appoggio di Marina Taffara (Pd) che ha allargato il panorama dei temi da discutere. Il Dup è stato approvata (con il bilancio consolidato) dalla sola maggioranza.













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