Gianpaolo Girardi: il vino mondo di storia, ricerca e passione per il territorio
Un precursore. Il fondatore di Proposta Vini ha anticipato l’e-commerce sviluppato da Amazon
Pergine. Gli piacciono le biodiversità come patrimonio da difendere e valorizzare. Avversa la globalizzazione selvaggia come processo che tutto uniforma. Il viaggio di Gianpaolo Girardi alla scoperta delle diversità naturali in campo vinicolo dura da decenni e probabilmente continuerà sino a quando le energie gli consentiranno di esplorare i luoghi più reconditi del Trentino e d'Italia alla ricerca di viti particolari e di produttori che amano la terra e quanto ci regala. Per recuperare varietà dimenticate, coltivarle e farne gustare il vino. Non s’accontenta dei due milioni di bottiglie italiane ed europee (vini, ma anche spumanti, oli, aceti e spiriti) che Proposta Vini seleziona e distribuisce ogni anno nella Penisola. Fondata nel 1984, la guida assieme al figlio Andrea che la sta modernizzando. Più di 2.800 etichette selezionate poco a poco, dopo avere verificato sul posto terre, uve, metodi, produttori, paesaggi e storia. Filtro severo in ingresso, molti produttori bussano, ma pochi penetrano nelle maglie strette dell'azienda.
Quasi tutti piccoli
Il meccanismo è quello di Amazon, ma inventato assai prima. Arriva l'ordine presso la sede aziendale di Pergine Valsugana, Ciré e le bottiglie sono recapitate ovunque in Italia in enoteca, winebar, ristorante in pochi giorni. In anni recenti entro una giornata il 40 per cento, il rimanente nella seconda. Girardi è tra gli attori noti del mondo vinicolo italiano entrato nel Club Excellence. L'ultima nata tra le diversità progettate è Vini Franchi, lancio previsto nel 2021. Rossi e bianchi provengono dai pochi vigneti sopravvissuti alla Filossera, l'insetto che appestò i vigneti europei nella seconda metà del 1800. Franchi perché liberi, non soggiogati dall'innesto su viti americane. Li ha lungamente cercati, i vigneti sono una ventina nella Penisola, ne inserirà in catalogo 14, coltivati in piccoli appezzamenti su terreni nascosti, perfino sulla lava di Pompei, ma anche in Trentino, a Sperdossi di Revò e Mama d'Avio. «Hanno un'espressività assai pronunciata, diversa dalle viti innestate, queste sono di gusto ovattato, come trattenuto».
La ricerca come passione, la difesa del particolarità come missione. Forse perché la viticoltura era di casa, i nonni coltivavano le vigne a Canezza di Pergine e a Terragnolo in Vallagarina. Gianpaolo Girardi al lavoro da ragazzo nella azienda Silvelox, allora perginese. Dopo qualche anno stacca, «la mia testa aveva bisogno di respirare». Lascia oggi e il giorno dopo cavalca una Lambretta del 1960 diretto a Berlino (ore di pioggia durante il viaggio), dove rimane alcuni mesi, di giorno al Goethe Institut per imparare la lingua tedesca, di sera e notte cameriere alla Lumaca (c’è tuttora) nel quartiere di Spandau.
Successo commerciale
«Probabilmente l'impronta dei nonni m'era rimasta nel cervello», tant'è che entra in quel mondo, aprile 1984, «però a modo mio. Cercai vini legati veramente al territorio, allora si puntava alla quantità mentre io valutavo il valore complessivo, culturale, il paesaggio». Il successo commerciale di questa impostazione è venuto dopo, quando s'è capito che il vino è non solo colore e sapore, ma cultura e tradizione. «Per trent'anni non ho seguito le logiche di mercato, ho pensato a quanto serviva ai nostri clienti in termini solo di selezione. E qualità, che per me è controllo dell'uva nel suo territorio». Forse complice fu Luigi Veronelli, enogastronomo, il primo noto al grande pubblico per le sue campagne a favore dei binomi vino-territorio, cibo-territorio.
I piccoli produttori
Tornato da Berlino, la prima visita fu alla allora Enoteca Lunelli di Largo Carducci, Trento centro. Con un'idea fissa: collegarsi ai piccoli produttori di vino. Bontà sua, Mario Andreatta, il responsabile, gli fornisce un elenco. Tra i nomi c'era anche quello di Giuseppe Fanti, il primo imbottigliatore di vino Nosiola. «Li ho visitati uno per uno, usando anche l'autobus e la bicicletta, i soldi in tasca erano pochi. Il mio primo catalogo è del novembre 1984, con i prezzi scritti, nessuno lo faceva nel mio settore. E fui il primo a garantire i tempi di consegna, per rispondere alle esigenze del cliente». Inizia a selezionare vini e clienti, ma trova anche il tempo di dedicarsi alla pallavolo, per 36 stagioni consecutive, di volta in volta da giocatore, allenatore e fondatore di club, le prime battute in una società pallavolistica di Pergine Valsugana per poi passare ad altre, fino all'Eurock, poi divenuto Trentino Volley.
A quanto pare Girardi è riuscito a non farsi sommergere dai grandi gruppi, che impongono scelte e gusti. E' esterno a quella logica, come alcuni produttori oggi apprezzati di oli, formaggi, aceti. E nemmeno dai social: stormi di “mi piace“ ben piazzati possono far ballare gusti e preferenze oppure orchestrano campagne appestanti di disinformazione.
I “Vini estremi”
La sua sete di ricerca delle biodiversità l'ha portato a realizzare alcuni progetti, riusciti. Come i Vini dell'Angelo, frutto di lunghe peregrinazioni valle dopo valle, collina dopo collina, colloquiando con contadini, enologi e produttori. Ha così recuperato le varietà d’uva presenti in Trentino fino alla fine della Grande Guerra, ne sostiene la coltivazione e ne commercia il vino. Le colleziona nei pressi di Civezzano, in località Matonari, dove conserva 120 varietà di talee storiche che producono uva, una vera e propria banca delle varietà antiche. O progetti come “I Vini estremi”, quelli eroici frutto della fatica e del sudore dei contadini da Pantelleria al Veneto, coltivati in luoghi impossibili, sopravvissuti a guerre e pestilenze varie. Ed i Vini delle isole minori, da piante radicate in terreni spesso incontaminati. O i Vini vulcanici, saporiti, prodotti pure in Trentino su dossi un tempo bocche eruttive, anche su lembi della Val di Cembra. Oppure i Vini del Circolo di Vienna tra il Danubio ed il Reno, tra i Carpazi e l'Adriatico. Ed ancora i Vini nelle città Italiane e le Dinamiche Interpretazioni (da coltivazioni biodinamiche). Non mancano le Bollicine da uve italiane.
Tra i suoi desideri, l'iscrizione all'università: storia, una delle sue passioni. Continuare a scrivere in versi. Nel suo volume su Firenze i 12 sonetti dedicati ad altrettanti luoghi d'arte storici sono suoi. Continuare a scolpire, a visitare mostre d'arte. Girardi è un esteta, non solo del vino. E naturalmente ricercare terre con viti particolari.