Cave a Fornace il sindaco difende il suo assessore
Fornace. Una dettagliata relazione sulla situazione degli acquedotti e dell’approvvigionamento idrico, illustrata con slide dall’ingegnere Broseghini, ha introdotto la seduta del consiglio comunale...
Fornace. Una dettagliata relazione sulla situazione degli acquedotti e dell’approvvigionamento idrico, illustrata con slide dall’ingegnere Broseghini, ha introdotto la seduta del consiglio comunale di giovedì scorso. Ha descritto la situazione precisando che la situazione è buona e non si registrano importanti situazioni di difficoltà. Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Gabriela Valler, Manuel Roccabruna, gli assessori Marco Antonelli e Paolo Cristele. Unanime l’approvazione. Il sindaco Mauro Stenico quindi dato spazio alle interrogazioni. Manuel Roccabruna ha letto quella relativa alla chiusura di tutte le fontane pubbliche, chiedendone i motivi. Nella risposta il sindaco ha ricordato che l’attuale giunta ha inteso continuare con la decisione della precedente amministrazione, allo scopo di contenere i costi dell’acqua per la popolazione, evitando un’eccessiva dispersione di risorse idriche. Valuterà comunque la riapertura, dotando magari le fontane del pulsante, come fatto nel parco della cittadella dello sport. Il gruppo di minoranza si è dichiarato insoddisfatto.
Molto più articolata la risposta data all’interrogazione riguardante gli ipotizzati possibili conflitti di interesse, più volte denunciati, dell’assessore Matteo Colombini per quanto riguarda la gestione dei rapporti con il settore estrattivo, considerato che è figlio di un imprenditore concessionario di un lotto cava sul territorio comunale, ipotizzando conflitti di interesse. Il primo cittadino ha puntualizzato l’attività svolta nei quattro anni di legislatura dall’assessore, i risultati conseguiti con competenza e diligenza, ribadendo con forza l’assoluta correttezza Matteo Colombini che si è sempre astenuto nella varie sedi di votazione, non firmando oltretutto alcuna delibera riguardanti le cave di Fornace. Insoddisfatti gli interroganti che avrebbero voluto intervenire ulteriormente sulle risposte date, innescando anche un vivace scambio di idee tra maggioranza e minoranza. Approvata infine con i soli voti della maggioranza, astenuta la minoranza, la modifica della delibera del consiglio comunale del 2011 che porta l’obbligo di versare dal 5 al 10% del canone, una quota per attività culturali.