Al Seehof via gli alberi per ricostruire 

A San Cristoforo tagliate piante e sterpaglie attorno all’hotel chiuso da anni. Pallaoro: «Ci sono le premesse per investire»


di Roberto Gerola


PERGINE. Per intanto, in questi giorni, si sta bonificando la selva che, ormai impenetrabile, è cresciuta attorno ai due edifici che un tempo erano due dei gioielli di San Cristoforo al Lago. Sono l’Hotel Seehof con la dependance.

Una squadra di boscaioli sta tagliando alberi ormai secchi, marci, cespugli, rovi, acaci. Di tutto un po’. Si sta facendo piazza pulita salvando qualche albero ancora in salute. Ma i più sono andati. Tolti gli alberi, in gran parte abete rosso, anche su consiglio e quindi d’accordo, con la Forestale, l’area tornerà alla luce del sole mettendo in evidenza, purtroppo, i due “ruderi o quasi”.

Il fatto è che la selva era diventata talmente in stato di degrado che soltanto dei tossicodipendenti ci entravano. Tanto che nel ripulire sono state trovate decine e decine di siringhe, oltre naturalmente a rifiuti di ogni genere, come attrezzatura da giardino, recinzioni eccetera.

Ieri, cataste di tronchi sono state realizzate lungo il vialone d’ingresso al vicino lido di San Cristoforo. Sull’altro lato verso il parcheggio lungo la provinciale, una fila di alberi delimita l’area disboscata davanti alla dependance con in fondo sempre l’Hotel Seehof, testimonianza di avventure finite purtroppo malamente.

Tutto questo servirà in futuro. Perché, il proprietario dell’area, della dependance e dell’Hotel Seehof, l’ingegner Flavio Pallaoro sta nuovamente vedendo di mettere in campo la sua idea per altro solo accantonata, di abbattere i due edifici ormai inutilizzabili, recuperare il volumi esistenti magari aumentandoli un po’, e realizzare un nuovo Hotel Seehof sulla scorta del progetto risalente a oltre un secolo fa, un edificio per i servizi centralizzati e poi alcune casette sparse nell’area verde circostante. «Niente di impattante, dice Pallaoro, ma recupero di quello stile (dell’indimenticato architetto Eduino Maoro) che un tempo era (e in parte lo è ancora) caratteristico della stazione balneare di San Cristoforo in riva all’omonimo lago. La disponibilità del Comune c’è e quindi vediamo se si può rilanciare il centro turistico di San Cristoforo, trovando un accordo su “quanto e come” si può realizzare».

Magari fra due o tre anni, sarà possibile ricreare quell’atmosfera, pur con tutti gli elementi e gli accorgimenti moderni, che tanto lustro diede al centro balneare e rivedere così San Cristoforo un po’ più vivo, con il verde più utilizzabile dai turisti e non, che verrebbe realizzato al posto di una pericolosa “giungla” sbarrata da reti e transenne.













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