la denuncia

«Pensioni dei consiglieri regionali: così si torna ai vitalizi»

La Cgil all’attacco: «Sarà un liberi tutti. Proseguirà l’igiustificato privilegio di riscattare laute posizioni previdenziali già a sessant'anni»



TRENTO. Sulle pensioni dei consiglieri regionali in Trentino Alto Adige sarà "un liberi tutti". Lo denuncia la Cgil del Trentino dopo che ieri mattina la 1/a commissione permanente del Consiglio regionale presieduta da Mirko Bisesti (Lega), ha approvato con sei voti a favore e cinque astensioni il ddl 6 sulle "modifiche alle leggi regionali in materia di trattamento economico e regime previdenziale dei/delle consiglieri/consigliere", presentato dal presidente Roberto Paccher (Lega).

Paccher ha presentato un emendamento al ddl, in accordo con le minoranze, che prevede la possibilità per i consiglieri di rimanere nell'attuale sistema di contribuzione e l'emendamento è stato approvato all'unanimità. Un patto per riformare il sistema previdenziale dei consiglieri regionali, oggi obbligati a versare ai fondi integrativi. In questo modo si creano i presupposti per un ritorno ai vitalizi, sottolinea il sindacato, "e si sconfessa agli occhi delle lavoratrici e dei lavoratori il sistema della previdenza complementare regionale. Ma soprattutto si perpetua un ingiustificato privilegio che permetterà ai consiglieri regionali di riscattare laute posizioni previdenziali già a sessant'anni".

Una scelta che la Cgil del Trentino giudica "inaccettabile, perché sancisce, ancora una volta, una divaricazione tra i comuni cittadini e chi pro tempore siede in Consiglio regionale. Con la decisione assunta in Commissione, con il voto favorevole della maggioranza e l'astensione delle minoranze, si è deciso in modo pilatesco di non decidere lasciando ad ogni singolo consigliere la facoltà di scegliere se tenere l'attuale sistema o versare al nuovo fondo gestito dal Consiglio provinciale".













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