caso pedri

Ora è bufera politica: il Pd vuole un consiglio provinciale straordinario. I sindacati: no alle dimissioni di Benetollo

Il Partito Democratico sulla decisione del direttore dell'Apss: «Aggrava la già complessa realtà organizzativa del nostro sistema sanitario, in un momento di estrema delicatezza per la pandemia». Cgil, Cisl e Uil: «Dubitiamo che la soluzione sia semplicemente l'allontanamento del direttore generale»

LE DIMISSIONIlascia il direttore dell'Apss Pier Paolo Benetollo

IL MINISTROSperanza invia gli ispettori al Santa Chiara

LA DENUNCIAla sorella di Sara: umiliata sul lavoro

I COLLEGHIl'appello: intervenire sul mobbing

LE RICERCHESara è sparita il 4 marzo

LA VICENDAdalla scomparsa all'inchiesta



TRENTO. «Le inattese e, per alcuni versi, incomprensibili dimissioni del dottor Benetollo dalla direzione sanitaria dell'Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari aggravano anzitutto la già complessa realtà organizzativa del nostro sistema sanitario, in un momento di estrema delicatezza per la pandemia ancora in atto e per le molte partite aperte circa le carenze di medici e di programmazione del settore». Così il gruppo del Partito democratico del Trentino in Consiglio provinciale, che chiede la convocazione urgente e straordinaria dell'assemblea legislativa. Se si dovesse confermare che la scelta di Benetollo di rimettere il mandato nella mani della Giunta provinciale è avvenuta perché il direttore Apss non ha chiesto «il permesso alla Giunta provinciale prima di procedere alla riconferma di alcuni primariati, ivi compreso quello del reparto di ostetricia e ginecologia, sulla cui ingarbugliata situazione si stanno appuntando anche le attenzioni dell'ispezione voluta dal Ministero competente», scrive il Pd, «si tratterebbe di una questione oltremodo grave». Il compito della politica - prosegue la nota - «è quello di programmare nel migliore dei modi, spetta esclusivamente all' Apss la selezione, la nomina e la conferma dei primari. Una ingerenza politica su tali scelte si configurerebbe quindi come un atto improprio sia politicamente, sia giuridicamente».

Sulla questione prendono posizione anche i sindacati: «Le dimissioni del direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitaria, Pier paolo Benetollo, gettano un'ombra per certi versi inquietante sulla gestione della sanità trentina. Che la vicenda della scomparsa della dottoressa Pedri e la situazione del reparto di ginecologia richiedano chiarezza e quindi misure drastiche per ripristinare condizioni di lavoro minimamente accettabili, è palese ormai da settimane. Dubitiamo però che la soluzione sia semplicemente l'allontanamento del direttore generale e se questo pensasse la Giunta, ci permettiamo di dire che si tratterebbe di un grave errore di giudizio. Tra l'altro non si capisce perché dall'assessorato la conferma del direttore dell'Unità operativa ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara non sia stata preventivamente bloccata anche in considerazione del fatto che, su quel reparto, le nubi del dubbio si sono addensate ben prima di giugno, ma almeno da ben quattro mesi, ossia dalla scomparsa della dottoressa Pedri». Lo scrivono in una nota i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, i quali auspicano che «l'allontanamento del dottor Benetollo non sia frutto di logiche da "scarica barile" o peggio che risulti essere un espediente per spegnere sul nascere dissidi tra Provincia e Azienda riguardanti anche altre questioni di politica sanitaria, visto che ancora non si è capito bene chi comandi in via Degasperi».













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