Nuovi alberghi nelle aree agricole in Trentino, Italia Nostra contro la deroga di Fugatti
L’accusa dell’associazione ambientalista: "Totale mancanza di volontà nel perseguire la sostenibilità". "La Music Arena si è mangiata 27 ettari di verde agricolo a Mattarello"
TRENTO. "La deroga inserita da Fugatti nell'assestamento di bilancio che consente di erodere le aree agricole per realizzare nuove zone alberghiere, oltre a essere scorretta sotto il profilo metodologico, è assolutamente inaccettabile dal punto di vista sostanziale. Il primo aspetto riguarda la mancanza di un percorso di analisi ed elaborazione aperto alla concertazione con tutti i portatori di interesse; il secondo è di una gravità ancora maggiore. Proporre l'espansione delle zone destinate a nuovi alberghi a discapito del terreno agricolo è un atto che denota la totale mancanza di volontà nel perseguire la sostenibilità delle azioni sul nostro territorio, quando l'impegno politico dovrebbe concentrarsi sul contenimento del consumo di suolo per il raggiungimento della "quota zero" entro il 2050, scadenza fissata dall'Unione Europea e approvata anche a livello nazionale. In Trentino, le aree agricole si sono ridotte al 10 percento del territorio". Lo scrive in una nota la presidente di Italia Nostra del Trentino, Manuela Baldracchi.
Dopo Coldiretti, anche l'associazione ambientalista boccia la scelta della giunta Fugatti. "Nei decenni scorsi sono state aggredite dall'espansione edilizia diffusa (l'estensione delle zone residenziali è aumentata 4 volte dal 1960) e degli insediamenti industriali-artigianali che, anziché utilizzare le aree predisposte nei piani regolatori o recuperare i numerosi capannoni dismessi che punteggiano il territorio, si sono avvalsi di deroghe su deroghe. Per ultima, la realizzazione della Music Arena nella piana di Mattarello, che si è mangiata 27 ettari di verde agricolo. Intaccare ancora le zone destinate all'agricoltura è un atto di autodistruzione: a chi chiederemo domani di produrre il cibo necessario? Si tratta dell'ennesimo provvedimento "spot" che privilegia singoli interessi specifici, mentre le scelte urbanistiche dovrebbero essere parte di un disegno programmatorio preciso e rigoroso, elaborato sulla base di dati e di finalità. È lo scardinamento, pezzo per pezzo, della cultura del territorio - e dell'economia a esso connessa - faticosamente elaborata negli ultimi cinquant'anni in un continuo confronto tra politici, amministratori, professionisti, categorie economiche e sociali", si legge ancora nella nota.