Scopazzi: la soluzione è estirpare 

Dai monitoraggi situazione stabile, ma va mantenuto alto il livello di attenzione



CLES. Si è parlato anche di scopazzi del melo: la situazione è stabile, ma va mantenuto alto il livello di attenzione. Maurizio Chini, Damiano Flaim, Mattia Zaffoni hanno illustrato i risultati dei monitoraggi eseguiti negli ultimi anni. Dai monitoraggi effettuati si rileva che la situazione nelle Valli del Noce è nel complesso stabile, tuttavia deve rimanere alta l’attenzione da parte dei frutticoltori per evitare che la malattia possa diffondersi in modo grave come successo negli anni Duemila. In Val di Non i monitoraggi eseguiti negli ultimi 7-8 anni hanno rilevato percentuali medie di piante con scopazzi che si attestano attorno allo 0,2-0,4%; le situazioni più problematiche in generale si rilevano nelle zone frutticole dell’alta Valle. All’interno di questo quadro complessivamente buono, sono stati però monitorati alcuni frutteti dove le percentuali di piante malate arrivano anche oltre il 20%-30%: questo si verifica soprattutto nei vecchi impianti e dove non viene effettuata una completa e costante estirpazione delle piante sintomatiche.

Tutti i rilievi eseguiti negli ultimi anni hanno evidenziato l’importanza di effettuare l’estirpo delle piante sintomatiche, intervento che non sempre viene eseguito in maniera totale e corretta. I tecnici hanno ribadito che solo attraverso una gestione corretta e responsabile della problematica (lotta ai vettori ed estirpazione delle piante sintomatiche), la malattia può essere affrontata e contenuta efficacemente riducendo al minimo i danni alle aziende frutticole. Per ottenere questo obiettivo è indispensabile che tutte le componenti del mondo frutticolo trentino affrontino in modo responsabile e coordinato il problema: proprio in tale direzione sono risultati significativi e importanti gli interventi di Lorenza Tessari dell’Ufficio fitosanitario della Provincia e di Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot.













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