Malé, il direttivo della Pro Loco si è dimesso in blocco
Nessun supporto dal Comune e operatori economici latitanti «Ogni proposta di miglioramento viene intesa come critica»
MALÉ. A conclusione dell’assemblea che si è tenuta nella sala del Municipio, venerdì si è dimesso l’intero direttivo della Pro Loco di Malé. La lettera di dimissioni è sottofirmata dal presidente Alberto Marinelli, da Rosanna Slanzi, Consuelo Serra, Carlo Zini, Roberto Valentinotti, Silvano Andreis, Stefano Andreis e Armando Bonomi; separatamente sono arrivate anche le dimissioni di Chiara Valentinelli, nominata dal sindaco in rappresentanza del Comune.
È uno sbocco non inatteso della storia dell’associazione già stato annunciato a fine settembre, durante la premiazione de “La Borgata in fiore”. In quell’occasione più voci, nell’esprimere la soddisfazione per l’esito del concorso, avevano prospettato le dimissioni di fronte all’assenza di supporto da parte dell’amministrazione comunale e alla latitanza di una buona fetta di operatori economici.
È stata una bella avventura, aveva detto Rosanna Slanzi, che lo ha ribadito l’altra sera, ma per confermare l’attività sarebbe stato necessario uno scarto che non c’è mai stato, mentre la pochissima operatività possibile con i contributi di Cassa Rurale, Provincia e Regione è scoraggiante rispetto ai bisogni di una località turistica capoluogo di valle. Anziché essere un’assemblea per le dimissioni, secondo Bonomi, avrebbe dovuto essere un’assemblea per far emergere e creare nuove mentalità, stimoli all’iniziativa e all’investimento da parte degli operatori privati ma, hanno confermato gli altri consiglieri dimissionari, “in mancanza di una chiara visione di interventi sul territorio, di decisioni coraggiose per uscire dall’impasse in cui versa l’economia stagnante della borgata, e di fronte all’atteggiamento del tutto negativo del Comune, non c’è nulla da fare. Resta l’amaro in bocca per un forte senso di disarmante impotenza di fronte alla constatazione che qualunque proposta di miglioramento viene intesa come critica e induce a chiudersi a riccio evitando ogni collaborazione”.