Donato Seppi arriva il "conto" da 20 mila euro
Il caso dei fondi ai gruppi consigliari investe l'attuale sindaco di Ruffré Mendola. Le spese non furono rendicontate in maniera corretta
TRENTO. In sede penale, cinque anni fa, il giudice per le indagini preliminari di Bolzano aveva ritenuto che non vi fossero i presupposti per procedere nei confronti di Donato Seppi (ex consigliere provinciale di Unitalia ed attuale sindaco di Ruffré Mendola) accusato di peculato per l’utilizzo senza adeguata rendicontazione dei fondi a disposizione del gruppo consiliare in Provincia. La posizione di Donato Seppi venne direttamente archiviata.
Ora però, a distanza di anni, la sezione d’appello di Roma della Corte dei Conti ha condannato l’ex consigliere provinciale a versare alla Provincia 20 mila euro. In primo grado la quantificazione del danno erariale per «colpa grave» era stata di 25.054 euro oltre agli interessi legali.
I giudici contabili d’appello hanno ridotto l’importo, riconoscendo di fatto la mancanza di chiarezza della normativa all’epoca in vigore, che non prevedeva alcun obbligo da parte del capogruppo di certificare con documentazione fiscale ufficiale le spese sostenute per il corretto funzionamento del gruppo consiliare rappresentato. Donato Seppi ricoprì l’incarico di capogruppo di Unitalia dal 2008 al 2013, ottenendo nel corso dell’intero mandato 132 mila euro di contributi.
In sintesi, l’accusa contestava a Seppi la mancata rendicontazione delle spese sostenute. Sia in primo che in secondo grado la Corte dei Conti ha escluso categoricamente ipotesi di dolo nel comportamento di Donato Seppi, che all’epoca ottenne i fondi per il funzionamento del gruppo consiliare semplicemente seguendo le disposizioni all’epoca in vigore. Ogni anno, il rendiconto veniva presentato regolarmente al Consiglio provinciale e, ogni volta, veniva approvato.
Solo diversi anni dopo il consigliere provinciale di Unitalia si vide richiedere, nell’ambito dei controlli affidati alla Guardia di Finanza, scontrini e documentazione fiscale (conservati ma dopo anni gettati via) a sostegno delle spese sostenute per il gruppo. La vicenda, per, non è ancora chiusa. Donato Seppi (difeso dall’avvocato Federico Fava) dovrà infatti tornare davanti alla Corte dei Conti di primo grado a Bolzano.
La condanna al pagamento di 20 mila euro, infatti, è definitiva ma i giudici d’appello hanno anche deciso che non può essere considerata prescritta (come invece venne deciso nel primo processo) l’azione risarcitoria riferita al periodo compreso tra il 2008 e il 2011. I giudici d’appello, infatti, pur riconoscendo la piena buona fede di Donato Seppi (mancanza di dolo) hanno ritenuto che l’entità del presunto danno erariale fosse emerso solo a seguito degli accertamenti della Finanza in quanto la Provincia (a fronte della modulistica presentata) non aveva alcun potere di controllo.