Cinquanta famiglie contro la via provvisoria nel bosco 

Petizione a Romeno. Da lunedì al 30 novembre la strada principale sarà interrotta per lavori Il percorso alternativo è “tortuoso e pericoloso, più lungo, ad uso agricolo e non collaudato”


Giacomo Eccher


Romeno. Cinquanta famiglie da lunedì prossimo per un mese saranno praticamente isolate dal centro abitato e costrette, per raggiungere il resto del paese, a percorrere quasi 2 km di viabilità alternativa nel bosco su carreggiata stretta ad uso agricolo e nemmeno collaudata.

Quattro settimane (in teoria)

Tutto questo perché, dalla prossima settimana e fino al 30 novembre (ma quando ci sono di mezzo lavori pubblici all’aperto in una stagione avanzata si sa quando si comincia e non quando si finisce), verrà chiuso al transito un tratto di via Marconi, dall’ingresso della pensione La Quiete fino all’imbocco della strada agricola Cornova, per lavori all’acquedotto potabile e alla rete acque bianche. Lavori necessari (e nessuno ne contesta l’utilità) decisi dal Comune che come viabilità alternativa ha indicato la via confinante con il parco giochi Al Dos e la relativa strada agricola. Percorso tortuoso e pericoloso (di notte, soprattutto) su una strada sterrata e molto più lunga per raggiungere il centro abitato e i vari servizi (negozi, ambulatori, poste...).

L’alternativa c’è

«Il bello è che l’alternativa c’è: tracciare un passaggio provvisorio tra via Marconi, dove si faranno i lavori, e via al Doss con cento metri di ghiaia su un tratto quasi pianeggiante, proprietà comunale. Questo risolverebbe il problema, ma non è stato preso in considerazione. Anzi negato. E noi per andare a prendere il pane dovremo fare tre km invece di uno!» - afferma Rita Rosati, prima firmataria della petizione sottoscritta da 40 cittadini maggiorenni residenti nell’area interessata denominata Cornova. «Prima firmataria – spiega – solo perché abito nella prima casa interessata, ma siamo tutti nella stessa barca, senza gerarchie».

La petizione è stata indirizzata al sindaco Luca Fattor e all’assessore ai lavori pubblici Ruggero Gabardi e, vista l’ordinanza di chiusura datata 16 ottobre, chiedeva risposta “urgente” entro ieri, ultimo giorno lavorativo utile prima dell’inizio del cantiere, che aprirà lunedì alle 8. Nessuna risposta e il sindaco ieri risultava irreperibile anche per il nostro giornale.

Grande dunque la preoccupazione delle 50 famiglie dove giovani ed anziani per accedere ai servizi, e ragazzini per recarsi a scuola, dovranno compiere un tragitto molto più lungo con tempi di percorrenza triplicati. Un percorso – fa notare uno dei firmatari - oltretutto non collaudato per il traffico “civile” lungo oltre un chilometro e stretto, tortuoso, fangoso, privo di illuminazione. Di notte, se si incrociano due macchine nei sensi opposti, una deve fare centinaia di metri in retromarcia senza vedere dove va, tra alberi e scarpate. Inoltre, in caso di incidenti, l’assicurazione non risponderebbe neppure trattandosi di strada non collaudata (e non adatta al transito veicolare). «Per non parlare di ciò che può succedere in caso di pioggia e di fango, non è escluso che qualcuno si pianti» - lamentano i firmatari della petizione.

Soluzione discutibile

A questo punto i residenti hanno tutta l’intenzione di interessare alla protesta le autorità superiori per fare in modo che la soluzione alternativa suggerita (la bretellina provvisoria) sia quanto meno presa in considerazione. «Oltre ai residenti sulla stradina devono passare i postini, i mezzi per la raccolta rifiuti porta a porta e chissà chi altro. Anche per questo la soluzione scelta dall’amministrazione è non solo discutibile, ma priva di buon senso. Se poi dovesse succedere che mezzi di soccorso devono accorrere (come successo anche recentemente), c’è qualche garanzia di arrivo?».













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