È ancora Fausto Iob il custode dell’orso bruno di S. Romedio
Rinnovato l’incarico. Il forestale di Cunevo se ne prende cura fuori dell’orario di lavoro Il plantigrado adesso è in letargo, ma deve essere comunque alimentato almeno ogni due giorni
San romedio. Il custode forestale Fausto Iob continuerà a fare anche nel 2020, per conto della Comunità della Val di Non, il vivandiere dell’orso nell’area faunistica di San Romedio. Lo ha stabilito il vicesegretario di Predaia accogliendo la richiesta arrivata a fine anno dalla Comunità di valle. L’incarico è relativo al periodo gennaio – dicembre 2020 e prevede una remunerazione di 4.900 euro al lordo delle ritenute di legge oltre ai rimborsi delle spese di trasferta per lo svolgimento dell’incarico, che deve esser svolto fuori dell’orario di lavoro e con esclusione di utilizzo di strutture e mezzi dell’ente.
In base al protocollo sottoscritto cinque anni fa dalla Diocesi di Trento (proprietaria del Santuario di San Romedio e quindi anche del recinto dell’orso), la Provincia, i Comuni di Predaia (all’epoca era Coredo), Romeno e Sanzeno e la Comunità della Valle di Non, tocca a quest’ultima provvedere alla cura del plantigrado in collaborazione con i tre Comuni che si suddividono in parti uguali i costi per i pasti.
Iob, che abita a Cunevo, da 25 anni opera come custode forestale sull’altipiano della Predaia. Un lavoro nella natura abbinato all’abilità di scultore di tronchi di larice, piante che in ogni caso andrebbero tagliate. Tra le sue sculture più recenti, in tandem con Livio Recla di Smarano, la natività di Vaia con statue a grandezza naturale nel capanno posto sulla cima della montagna di cortecce che la segheria Vender di Mezzocorona ha ricavato dagli alberi sradicati dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018.
San Romedio è un posto molto freddo e l’orso è sì in letargo fino a marzo, ma per la bassa temperatura che c’è nella tana deve essere alimentato almeno ogni due giorni. «Altrimenti non supererebbe l’inverno. In natura infatti l’orso si procura tane molto piccole e le chiude, per questo riesce a sopravvivere per mesi senza alimentarsi» - spiega Iob, ben felice di continuare a seguire l’orso Bruno e la sua dieta. Il plantigrado, lo ricordiamo, era arrivato nell'eremo noneso direttamente da Pescasseroli, in Abruzzo. Da allora è accudito da Iob con una dieta prestabilita ricca di frutta e verdura, salsicciotti di carne due o tre volte la settimana e molte mele (4 cassette la settimana, fornite da Melinda). Ogni due settimane per due giorni dieta a base di il pesce, teste di salmone fornite, anch’esse gratis, dalla Pescheria Goio di Cles, per tenere l'orso in forma. L’animale è naturalmente un gran camminatore e per cercare di riprodurre in qualche modo la vita in natura i pasti, finito il letargo, vengono nascosti in vari posti del recinto, così se li cerca annusando. Un impegno non da poco per Iob che – spiega – lo fa per la grande passione che ha per la natura e per l’amicizia con il priore padre Giorgio. G.E.