La sentenza

‘Ndrangheta a Bolzano, tre condanne: ha retto solo l’accusa per droga

L'operazione "Freeland" coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Trento nel 2020 portò all’arresto di 30 persone tra Triveneto e Calabria 



ROMA. A quattro anni dall'operazione «Freeland», si conclude anche il filone bolzanino del processo, quello per gli imputati che hanno scelto la via del dibattimento. Tre le condanne: sei anni e 26 mila euro di multa per Angelo Perri (per il quale l'accusa aveva chiesto l'archiviazione) e Francesco Perre per reati legati agli stupefacenti e uno per Sem Cari.

Assolti «perché il fatto non sussiste» gli altri imputati.

Le motivazioni della sentenza, emessa dal collegio di giudici composto da Walter Pelino, Giulia Rossi e David Cognolato, sono attese tra 90 giorni.

Nel 2020, l'operazione coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Trento aveva portato all'arresto di 30 persone tra Triveneto e Calabria. Era stato sequestrato il bar «Coffee break» di via Resia dove, secondo l'accusa, avrebbe operato una filiale locale della 'ndrangheta che avrebbe organizzato un traffico di stupefacenti, sequestri di persona ed estorsioni.

Ma l'impianto non ha retto: caduta l'ipotesi di reato di associazione mafiosa, erano rimasti in piedi solo i «reati fine». 













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