sciopero

«Manovra iniqua che aiuta gli evasori», la protesta a Trento di Cgil e Uil

Presidio sotto il Commissariato del governo contro la finanziaria del governo Meloni: “No alla flat tax, uscita flessibile dal lavoro da 62 anni” (foto C.Libera)



TRENTO. “Una finanziaria che non dà risposte ai lavoratori sul caro vita, che lascia indietro i più fragili e sostiene i più ricchi e rischia di favorire gli evasori” Con queste parole d’ordine Cgil e Uil in Trentino hanno aderito oggi (14 dicembre) alla mobilitazione nazionale e allo sciopero generale contro la manovra del governo Meloni.

Questa mattina si è svolto un presidio dei lavoratori sotto il commissariato del Governo. Le categorie della Cgil e alcune categorie Uil hanno scioperato a sostegno della protesta.

I sindacati chiedono al governo di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro; di non tornare indietro sui voucher, che non garantiscono diritti e tutele, una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà.

Tra le richieste anche la rivalutazione delle pensioni e la cancellazione della legge Fornero introducendo l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

“Proprio mentre l’inflazione sta mangiando il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni – sostengono Cgil e Uil – questa manovra premia gli evasori e, con la flat tax fino a 85.000 euro per il lavoro autonomo, rende ancora più ingiusto il sistema fiscale, sempre più scaricato sul lavoro dipendente, che a parità di reddito paga il triplo. Una manovra che trasforma le tasse sugli extraprofitti frutto della speculazione sul caro energia in “contributo di solidarietà straordinario” e cambia platea e metodo di calcolo, riducendo gli 11 miliardi attesi dalla tassazione di Draghi, a 2,6 miliardi, e che taglia le risorse a sanità e scuola”













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