Giovani agricoltori

Leonardo Rizzi, il vino bio tra Isera e la val di Gresta: «Ma non è Marzemino»

Ventidue anni e idee molto chiare sul futuro: «Il mio sogno è consolidare l’azienda di famiglia». Il 2024 annata difficile tra piogge record e peronospora


Carlo Bridi


ISERA. La storia che raccontiamo questa settimana è ancora una volta quella di un ragazzo di appena 22 anni, ma con idee molto chiare sul suo futuro professionale, un futuro che ha radici solide nella formazione all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige dove si è diplomato nel giugno 2021. Parliamo di Leonardo Rizzi, di Isera, che pur vivendo in un paese del Marzemino per antonomasia, non ha un grappolo di questa varietà di uva. Questo perché tutti i terreni della famiglia sono collocati in collina, zona vocata ad altre varietà.

Ma perché la scelta di fare il viticoltore, chiediamo a Leonardo, «La mia scelta è dovuta sia alla passione per la viticoltura che è nata fin da quando ero bambino e che è cresciuta con l’andare degli anni. Ma anche per dare continuità ad un’azienda viticola che con la mia è arrivata alla sesta generazione. Anche la scelta di frequentare l’Istituto Agrario è la conseguenza di questa passione». Certo, precisa Leonardo, «ho anche avuto la fortuna di entrare in un’azienda di dimensioni molto interessanti: siamo a poco meno di otto ettari, all’avanguardia dal punto di vista del modello produttivo».

Leonardo, la scorsa primavera ha presentato la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento, sa di essere in graduatoria e conta di incassarlo molto presto, perché ha previsto la realizzazione di una bonifica a Nomesino, un piccolo paese della Valle di Gresta dove è collocata metà dell’azienda di famiglia. Ma intende anche acquistare un atomizzatore ultima

generazione con gli augelli anti-deriva per ridurre lo spreco dei pochi fitofarmaci che può usare visto che siamo in presenza di un’azienda biologica. «Il fatto stesso che sono cresciuto in un’azienda biologica, coerentemente con le scelte della mia famiglia, in quanto mio papà fu tra i primi a certificare biologica la sua azienda con l’aiuto dell’tecnico dell’ESAT, mi ha portato ad impegnarmi in questo modello di agricoltura più rispettoso dell’ambiente».

Nel 2021 ha costituito con il papà la società agricola semplice: “Leonardo Rizzi e C” della quale lui è il legale rappresentante e si è insediato a tempo pieno in azienda.

L’organizzazione aziendale

L’azienda, tutta viticola, è colloca come detto metà sopra Isera ad un’altitudine di poco superiore ai 400 metri sul livello del mare dove viene coltivato prevalentemente lo Chardonnay, e in piccola parte Traminer e Pinot Grigio circa 3,8 ettari, l’altra metà dell’azienda è collocata come detto a Nomesino ed è coltivata prevalentemente a Pinot Nero. «Anche questo, come lo

Chardonnay, viene conferito alla cantina Sociale di Isera della quale mio bisnonno Rocco, è stato uno dei primi soci. Tutte le nostre le nostre uve vengono trasformate in base spumante per la produzione di Trentodoc. La vendemmia è iniziata all’inizio della scorsala settimana con lo Chardonnay e poi proseguiremo con il Pinot Nero. Ma in Val di Gresta abbiamo anche due ettari coltivati a Muller Thurgau, in quanto siamo ad un’altitudine di 600 metri».

La difficile stagione 2024

«Essendo la nostra un’azienda biologica - racconta Leonardo - quest’anno la campagna di difesa è stata molto impegnativa ma siamo riusciti a salvarci abbastanza bene, sia sul Pinot Nero che sul Traminer che non hanno avuto nessun problema di salute, diverso il discorso per lo Chardonnay, un po’ di peronospora è finita anche sui grappoli, per fortuna con il luglio e agosto molto caldi e secchi, gli acini che erano stati colpiti si sono seccati e siamo passati su tutti i filari a staccarli così potremo consegnare un’uva perfetta anche perché facciamo parte del progetto qualità che presuppone un’uva perfetta. Un dato da solo ci può dare la dimensione del problema piogge: la nostra capannina metereologica ci segnala che a fine giugno erano caduti oltre 1000 mm di pioggia, una quantità quasi pari a quella che in certe annate cade in un anno».

Certo, a vent’anni ci sono anche dei sogni nel cassetto, «ma il più importante lo sto realizzando ed è quello di consolidare la mia azienda, non certo di ampliarla perché è sufficientemente grande per un’azienda famigliare». Alla domanda se è pentito

della scelta, è netta la risposta: «Assolutamente no, la rifarei 100 volte. Certo in annate come questa è tutt’altro che facile riuscire a fare qualità compresa la salubrità visto le continue piogge. Ma anche i produttori che hanno scelto il metodo integrato, hanno avuto dei problemi superando in certi casi i 30 trattamenti».

Leonardo è impegnato anche nel sociale, nella locale Pro

Loco, un’associazione molto attiva e intende fare domanda anche per entrare nel locale Club 3P. «La mia è stata una scelta condivisa da molti miei amici, con i quali confrontiamo e ci supportiamo a vicenda». A dimostrazione dell’interesse che c’è a Isera per la viticoltura, ben una diecina l’hanno scelta come professione esclusiva.













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