Residenza Valle dei Laghi 5 anni di progetti riusciti
Cavedine, il Cda conclude il proprio mandato ricordando i risultati ottenuti: rette ferme da 6 anni, certificazioni, sinergie con altre Apsp, economie di scala
CAVEDINE. Venerdì ultima seduta del consiglio di amministrazione dell’Apsp Residenza Valle dei Laghi, in scadenza per compiuto mandato. Un incontro in cui si svilupperà un’articolata relazione sulla progettualità di quest’ultimo quinquennio, che a detta dei vertici dell’Azienda ha centrato importanti obiettivi sia per quanto riguarda l’offerta dei servizi sanitari e socio-assistenziali, sempre più qualificata ed adeguata alle nuove emergenze e bisogni degli ospiti della struttura e dell’utenza esterna (medicina dello sport, servizio prelievi anche a domicilio, e recentemente anche l’ozonoterapia), oltre a quelli in convenzione con la Comunità di Valle a partire da pasti a domicilio e servizio diurno.
Il riscontro di tale operatività è misurato sulla ricaduta delle prestazioni per l’utenza; infatti dei 70 posti accreditati ne sono finanziati dalla Provincia tramite Uvm soltanto 59, i rimanenti 11 vengono messi sul mercato e nonostante il decentramento di Cavedine l’offerta dei servizi è talmente di qualità che per buona parte dell’anno anche questi posti vengono occupati da ospiti a pagamento; una risorsa fondamentale per il bilancio visto che la “retta alberghiera” a carico dei familiari è ferma da 5/6 anni.
Altro metro di valutazione le certificazioni di qualità, rilasciate anche da prestigiosi organismi, come il 3° accreditamento consecutivo della “Joint Commission International” (l’unica Apsp in Italia), la “Family Audit” (Pat) e recentemente per l’impegno contro le malattie degenerative (in particolare l’Alzheimer) il marchio “Dementia Friendly”.
Per il Cda uscente, però, il fiore all’occhiello è la strategia operativa della “consortilizzazione dei servizi” con altre case di riposo, che ha permesso non solo un miglioramento dell’operatività, ma anche interessanti economie di scala, che in tempi di “vacche magre” non è poco. Forte di uno staff professionale di tutto rispetto, guidato dal direttore Dal Bosco, l’Apsp di Cavedine è riuscita a stabilire sinergie soprattutto con l’Apsp Romani di Nomi: stesso direttore, unica figura per la formazione, centralizzazione degli uffici amministrativi, sistema informatico per la gestione dei farmaci e, ultimo obiettivo, dopo una breve fase di sperimentazione, la cucina unica per la somministrazione dei pasti, preparati a Nomi. Quest’ultimo servizio, oltre al conseguimento di un’ottima qualità, permette alla struttura di Cavedine un risparmio di risorse di oltre il 20%. In questo modo, dopo la solenne bocciatura del tentativo di riforma provinciale (centralizzazione unica delle Apsp e le successive modifiche) per la completa opposizione delle Case di riposo con in testa Upipa, anche la Provincia ha fatto marcia indietro ed ha capito, almeno per questo settore, che le soluzioni di riforma degli enti non possono essere calate dall’alto, ma devono nascere e svilupparsi dal basso, come nel caso di Cavedine. (m.b.)