Polli arrosto da 50 anni: l’idea vincente dei Girardi 

Mezzolombardo, la rosticceria festeggia il mezzo secolo di attività avviata da Carlo e dalla moglie Maria. Dietro al bancone oggi la terza generazione


di Marco Weber


MEZZOLOMBARDO. Cinquant'anni di polli arrosto. Questo il traguardo raggiunto nel mese di novembre dalla Rosticceria Girardi di Mezzolombardo. Un traguardo importante, frutto della intraprendenza e dalla preveggenza di Carlo Girardi e della moglie Maria Devigili, rispettivamente classe 1926 e 1927, che nel lontano 1968 decisero di aprire qui nel più grande paese della Piana Rotaliana la prima attività di cibi pronti, principalmente polli arrosto ma non solo. L'idea venne loro mentre erano in ferie a Lignano Sabbiadoro. Lì c'era una rosticceria che vendeva polli arrosto dove tanta gente, compreso i coniugi Girardi, acquistava il pranzo pronto evitando così di dover “spadellare” a casa. «Se funziona qui, perché non dovrebbe funzionare a Mezzolombardo? - pensarono gli intraprendenti rotaliani in vacanza - Anche su da noi c'è sicuramente chi apprezzerà il fatto di poter acquistare il cibo già cotto».

Un'idea facilmente vincente, viene oggi facile affermare, alla luce del fatto che la Rosticceria Girardi ha festeggiato nei giorni scorsi il mezzo secolo di attività ininterrotta.

In realtà però l'inizio non fu facile. Il cibo pronto era una novità per la gente di Mezzolombardo e i primi anni non furono rose e fiori. Anzi, a un certo punto Maria Devigili (che gestiva il prima persona l'attività con il supporto e l'aiuto del marito) pensò che forse era il caso di chiudere. Se chiusura non ci fu il merito va ascritto a Pierina Zeni, commerciante storica di Mezzolombardo. Fu lei, infatti, a convincere l'amica Maria, che a lei si era confidata in un momento di sconforto, a non mollare, a tenere duro, che il tempo avrebbe dato ragione all'intraprendenza sua e del marito. Parole sagge, oggi possiamo dire. L'attività infatti prese sempre più piede diventando una realtà con solidi basamenti.

Finita la scuola dell'obbligo il figlio Maurizio affiancò la mamma in negozio, seguito qualche anno dopo dal fratello Pierluigi. A metà degli anni Settanta la decisione di ingrandirsi acquistando un ampio locale sempre in via Arturo de Varda, a pochi passi dal precedente ma con spazi raddoppiati. Poi a inizio anni Ottanta il passaggio delle consegne: il timone passò nelle mani di Maurizio e Pierluigi, mentre per i loro genitori arrivò il tempo della meritata pensione.

Oggi Maria non c'è più, è morta nel 2015, e Carlo – che vive con il figlio Maurizio - viaggia verso i 95 anni. Dietro il bancone e nella cucina della Rosticceria Girardi, a cucinare e servire polli arrosto e altri cibi pronti, oltre Maurizio e Pierluigi c'è la moglie di quest'ultimo, Monica Camalleri. E ogni tanto a dar man forte c'è anche la terza generazione, ovvero le figlie di Pierluigi e Monica: Martina (22 anni) e Arianna (16 anni). Tutti uniti a portare avanti l’avventura di questa storica impresa familiare lanciata verso nuovi traguardi.

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