«Pandemia, una lezione per la politica e la sanità» 

Intervista al sindaco. Mentre il “San Giovanni” di Mezzolombardo si appresta ad ospitare pazienti Coronavirus, Girardi riflette sul depotenziamento delle strutture operato in questi anni


DANIELE ERLER


Mezzolombardo. Da oggi anche il centro sanitario San Giovanni di Mezzolombardo farà la sua parte per affrontare l’emergenza causata dalla pandemia. Alcuni reparti al terzo piano, con gli spazi che erano in parte occupati dall’hospice e in parte dalle cure intermedie, saranno destinati a una ventina di malati di coronavirus. Non saranno pazienti in gravi condizioni: le terapie intensive sono e resteranno negli ospedali di Trento e di Rovereto. Ma comunque sono malati che, per vari motivi, non possono stare a domicilio.

«Non è ovviamente il momento per fare polemiche. Ma, in senso propositivo, questa situazione ci sta insegnando molto – dice Christian Girardi, sindaco di Mezzolombardo –. Intanto che spesso ci sentiamo invincibili e in realtà non lo siamo affatto: la nostra vita può cambiare, nel giro di pochi giorni. E poi il sistema sanitario nazionale e provinciale dovrà fare delle riflessioni sulla strada intrapresa negli ultimi anni. Molte strutture sono state depotenziate e ora ci si rende conto di quanto possano essere utili. Nella gravità di questa situazione e nell’atrocità di quello che stiamo vivendo, sicuramente questa emergenza ci farà fare dei passi avanti dal punto di vista lavorativo, sanitario e politico. Ma anche dal punto di vista umano».

Sindaco, anche a Mezzolombardo purtroppo ci sono casi positivi al coronavirus. Però nei giorni scorsi ha voluto condividere una notizia positiva.

Sì, ci sono due persone che erano ricoverate e che sono rientrate al loro domicilio. Non sono ancora guarite, ma potranno continuare la loro convalescenza a casa. In un momento in cui sentiamo quasi solo messaggi che non ci fanno sperare nel futuro, penso sia importante anche dare qualche segnale positivo. C’è qualcuno che sta cominciando a uscire da questa brutta avventura.

Però, per bloccare l’epidemia, bisogna stare a casa. In un’intervista al Trentino il comandante della polizia locale lamentava che molti non lo hanno ancora capito.

Ora la situazione sta migliorando, lo abbiamo visto anche nel weekend. Dico la verità, appena uscito il decreto del presidente del consiglio abbiamo chiesto a vigili e carabinieri di intensificare i controlli, ma per dare informazioni, non sanzioni. Dopo qualche giorno, quando ci siamo accorti che la gente sottovalutava l’emergenza, abbiamo optato per la tolleranza zero. Così abbiamo ormai superato le cinquanta denunce, le persone si concentravano soprattutto sulle roste del Noce e sulle piste ciclabili. Nel frattempo, la stragrande maggioranza della popolazione per fortuna ha iniziato a capire. E ora devo complimentarmi con i cittadini di Mezzolombardo per come si stanno comportando. Devo ringraziare le forze dell’ordine. Ma anche i vigili del fuoco e tutte le persone che stanno lavorando per garantirci i servizi essenziali. E poi ovviamente il personale della nostra casa di riposo e del centro sanitario.

Come sta vivendo, da sindaco, questa situazione di emergenza?

C’è preoccupazione, è ovvio che sia così. Ma bisogna essere umili, dare il buon esempio e soprattutto serve il senso di responsabilità per il ruolo che noi sindaci rivestiamo nelle nostre comunità. A Mezzolombardo ho deciso di diventare il punto di riferimento per le informazioni ai cittadini, registrando videomessaggi quasi ogni giorno. Bisogna mettersi nei panni dei cittadini e in questo momento hanno bisogno di un punto di riferimento, di informazioni verificate e di trasparenza.

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