Lavis, maggioranza e Lega sono sempre più distanti 

I consiglieri del Carroccio giovedì hanno abbandonato l’aula dopo la discussione sul regolamento per le riprese delle sedute. «A rischio il rispetto della privacy»  


di Daniele Erler


LAVIS. Ormai da tempo la Lega e la maggioranza a Lavis non vanno d’amore e d’accordo. Ma giovedì si è forse toccato il punto di frattura massima, con i leghisti che hanno deciso – durante il consiglio comunale – di alzarsi e abbandonare l’aula. Un gesto plateale, motivato dal fatto che ancora una volta una loro proposta è stata rigettata. Per motivi sostanziali o per pregiudizio? I leghisti non hanno dubbi: «Abbiamo la conferma che tutto ciò che viene proposto dalla Lega non piace per partito preso – dice la capogruppo Monica Ceccato –. La maggioranza aspetta solo di far passare il tempo per poi riproporre il tema e approvarlo, mettendoci su la sua bandierina».

Il tema in discussione è il regolamento sull’utilizzo delle riprese audio e video del consiglio. Per capire bene il contesto bisogna però fare un passo indietro. E tornare a un’altra seduta del consiglio, quando la Lega – con una mozione, anch’essa bocciata – aveva proposto di introdurre in aula la registrazione video delle sedute (come riportato dal Trentino l’1 dicembre). Allegato a quella proposta c’era anche un regolamento, che voleva disciplinare tutte le registrazioni, secondo le più stringenti norme sulla privacy. Ebbene, nonostante la mozione sia stata bocciata, giovedì il regolamento è rimasto in discussione. Perché poteva comunque essere valido, secondo i proponenti, almeno per le registrazioni audio del consiglio. «Riteniamo che sia doveroso approvarlo ugualmente – dice Ceccato – perché comunque sono rimaste le riprese audio e noi vogliamo individuare il presidente del consiglio come persona responsabile». Secondo i leghisti c’è il rischio che durante la discussione venga violata la privacy non tanto dei consiglieri ma di persone terze: un rischio ancora più grave se si tratta di dati sensibili. Che riguardano, ovvero, l’origine etnica delle persone, le loro convinzioni religiose o filosofiche, le opinioni politiche, l’adesione a partiti o sindacati, oppure lo stato di salute e la vita sessuale. Sono tutte tematiche – in realtà finora mai affrontate a Lavis dal consiglio – che godono di un trattamento particolarmente rigoroso.

Nella proposta della Lega, il presidente del consiglio sarebbe stato il responsabile del rispetto della privacy, avendo facoltà anche di interrompere le eventuali registrazioni in corso. Altri articoli riguardavano poi il diritto di cronaca dei professionisti dell’informazione e i limiti all’utilizzo dei file audio. Il sindaco Brugnara ritiene che il regolamento non sia necessario, perché il presidente del consiglio ha già l’autorità di intervenire per evitare violazioni. Il vicesindaco Paolazzi propone di rinviare la discussione alla Commissione statuto, per arrivare a un regolamento condiviso. Ma la frattura si allarga. E la Lega lascia l’aula.













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