Lavis, dei 70 casi positivi la maggior parte è in Rsa 

Il bilancio. Con i tamponi eseguiti in casa di riposo (dove sono stati colpiti anche 15 operatori)  il numero dei contagiati ha fatto un balzo. «Ma la situazione è sotto controllo» dice Brugnara 


DANIELE ERLER


Lavis. I casi di coronavirus a Lavis sono 70 e negli ultimi giorni c’è stato un notevole aumento. In realtà, in parte è dovuto a una campagna importante di tamponi eseguiti sugli ospiti della casa di riposo. Alcuni di questi, al momento, non hanno per fortuna neppure i sintomi della malattia. «La situazione a Lavis è sotto controllo – rassicura il sindaco Andrea Brugnara –. Il problema maggiore in questo momento è proprio la casa di riposo, ma anche da lì arrivano segnali incoraggianti. Un ospite è risultato negativo al secondo tampone. In ben due piani della casa di riposo tutti gli ospiti sono senza sintomi».

Secondo i dati aggiornati a ieri, a Lavis ci sono stati 70 casi di coronavirus dall’inizio dell’epidemia. Purtroppo ci sono stati anche tre decessi, due in casa di riposo. Cinque persone sono ufficialmente guarite. Nove persone sono attualmente ricoverate in ospedale. In casa di riposo, gli ospiti risultati positivi sono 26 (comprese le due persone che nel frattempo sono decedute). Ci sono poi 15 casi positivi fra gli operatori. Il totale dei casi positivi che si riferiscono alla casa di riposo (sommando ospiti e operatori) è dunque di 41. Ci sono infine altre 28 persone positive che non hanno nulla a che fare con la casa di riposo di Lavis (2 però sono operatori di altre Rsa). L’età media dei malati è di 61 anni. Più della metà dei positivi (esterni alla casa di riposo) sono appartenenti allo stesso nucleo familiare. A Lavis, l’incidenza complessiva di casi positivi sul totale della popolazione è di circa lo 0,76 %. Escludendo la casa di riposo, scende allo 0,3 per cento. Ci sono paesi in Trentino che purtroppo stanno molto peggio. A Pellizzano, per esempio, questa percentuale è quasi del 7 per cento. A Canazei si aggira attorno al 4 per cento.

«La prima ordinanza emessa dal Comune risale ancora al 24 febbraio – spiega il sindaco –. Fin dall’inizio c’è stata una forte collaborazione con le forze dell’ordine (carabinieri e polizia locale) e con i vigili del fuoco. La popolazione ha reagito bene e ha dimostrato grande senso del dovere: la nostra è una comunità forte, unita e solidale. Dobbiamo ringraziare la Croce rossa e la Caritas Sant’Udalrico di Lavis, sempre in prima linea nell’aiuto ai bisognosi. Vanno ringraziati gli alpini, il soccorso alpino Paganella - Avisio che ha garantito la consegna di farmaci e pacchi viveri. Gli scout, l’associazione Indimaj, la parrocchia di Lavis e Pressano e i vari oratori. Ogni assessore, consigliere, dipendente comunale ha inoltre fatto la sua parte per far sì che l’amministrazione rimanesse vicina ai cittadini e ai loro bisogni. Questi valori dovranno essere il nostro punto di forza anche nella fase due e più in generale per il futuro».

Ma quando si tornerà alla normalità? «Dev’essere un ritorno graduale – dice il sindaco –. Non vanno vanificati gli sforzi che abbiamo fatto. Però ci stiamo preparando. Alcuni cantieri sono già ripartiti e altri ripartiranno a breve. Ci sono già opere appaltate per oltre un milione di euro e altre sono in fase di appalto».













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